Old Fashioned: Mad Men ed il gusto agrodolce del divenire umano

 La pubblicità si basa su un’unica cosa: la felicità. E sapete cos’è la felicità? La felicità è una macchina nuova, è liberarsi dalla paura, è un cartellone pubblicitario che ti salta all’occhio e che ti grida a gran voce che qualunque cosa tu faccia è ben fatta, e che sei ok

I protagonisti di Mad Men sono tutti, decisamente, ok.
Sono gli uomini di Madison Avenue, elegante strada newyorkese culla dell’industria pubblicitaria degli anni ’60.
Sono ok i loro vestiti, le sigarette che fumano compulsivamente nel tentativo di facilitare l’atto creativo, le donne che frequentano, il loro stile e le loro acconciature, sono ok le apparenze ingannatrici.
Loro sorridono, sono felici, come nella più accattivante delle pubblicità.
Fuori da quella loro bolla dorata, dai corridoi dell’agenzia creativa Sterling Cooper, la New York degli anni ’60, tutta soldi, vizi e lustrini, condita dagli sconvolgimenti storico-sociali dell’epoca che, non contenti di fare da sfondo alle peripezie dei pubblicitari, entrano anche prepotentemente nelle loro vite, ed in quelle di noi spettatori.
Grazie ad una precisa e forte caratterizzazione di personaggi ed avvenimenti storici, infatti, non è difficile ritrovarsi improvvisamente catapultati a camminare a passo svelto su Madison Avenue, sigaretta in bocca, gessato blu e borsalino.
Scenografie ed oggetti di scena, scelte cromatiche fortemente orientate al rosso, fotografia e corpi degli attori, tutto in Mad Men sembra studiato per idealizzare, rimpiangere, sedurre.
In realtà, nulla è lasciato al caso, neanche la bruttezza di scene troppo cupe, dai colori troppo slavati, con tante, troppe, macchie di sudore o di cenere.
E così lo spettatore si trova ad oscillare continuamente tra fascino e seduzione irresistibili di quegli anni e ripugnanza per ipocrisie, segreti e tradimenti di ogni genere.
In questo sta la forza della serie: fare dello stile nostalgico un mezzo per dare vita ai conflitti sociali di un’epoca apparentemente lontana dimostrando come invece molte di quelle ipocrisie sopravvivano ancora oggi.
Il divenire umano è, dunque in questo senso, spesso ciclico e troppo uguale a se stesso.

 

 “Quando un uomo entra in una stanza porta con se’ tutta la sua vita. Ha un milione di ragioni per essere dov’è, chiedeteglielo. Se lo ascoltate vi dirà com’è arrivato lì, come ha dimenticato dove stava andando e poi si è svegliato. Se lo ascoltate vi dirà di quella volta che pensava di essere un angelo, o ha sognato di essere perfetto. E poi sorriderà con saggezza, contento di aver capito che il mondo non è perfetto. Noi siamo imperfetti perché vogliamo sempre di più. Siamo imperfetti perché quando otteniamo quello che volevamo, desideriamo ciò che avevamo prima”

Don Draper, protagonista principale della serie, entra sempre sulla scena portando con se’ vita e maschere, presenti e passate.
Anche lui “ha un milione di ragioni per essere dov’è”, ma chiederglielo non servirà a molto, potrebbe non aver voglia di rispondere.
Non è perfetto, come e più dei suoi compagni di viaggio, perché quando sembra aver ottenuto ciò che desiderava, dimostra di volere altro, da se’ e dal suo mondo imperfetto.
Un’altra sigaretta, quella donna in più ed un Old Fashioned, dal fascino antico e sempre nuovo.
Un cocktail classico ed elegante, che deve il suo nome al tipo di bicchiere in cui viene servito, creato negli Stati Uniti sul finire dell’Ottocento, perfetto prima, dopo e perché no durante i pasti, i cui ingredienti e modalità di preparazione sono così semplici da essere alla portata di chiunque sia in possesso di zucchero, arancia, bourbon, angostura e ghiaccio.

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Versate lo zucchero nel bicchiere, bagnatelo con qualche goccia di Angostura bitter e fate sciogliere lo zucchero aiutandovi con il mudler.
Aggiungete il bourbon, il ghiaccio e mescolate.
Decorate il bicchiere con la scorza di arancia, ricavata con l’aiuto di un pelapatate, che conferirà all’Old Fashioned il giusto spunto agrodolce.
Gustate sorridendo, felici, come nella più accattivante delle pubblicità.

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