Anno giudiziario, i magistrati contro le riforme di Matteo Renzi

Anno giudiziario, la magistratura non fa sconti al governo di Matteo Renzi, criticando profondamente e in più punti le misure prese dal’esecutivo che coinvolgono sia l’ordinamento giudiziario che il diritto penale sia processuale che sostanziale; nell’inaugurazione solenne delle attività in ogni distretto di Corte d’Appello, i vertici locali della magistratura hanno fatto il punto della situazione sullo stato della Giustizia italiana.

ANNO GIUDIZIARIO, I MAGISTRATI: “LA MAFIA E’ PRONTA AD EXPO” – Fanno rumore le parole di Giovanni Canzio, presidente della Corte d’Appello di Milano, che ha richiamato la magistratura alla vigilanza sul ruolo che la criminalità organizzata potrebbe avere nell’ambito della partita di Expo 2015. “In vista di Expo, lo Stato è presente e contrasta l’urto sopraffattorio della criminalità mafiosa, garantendo, nonostante la denunciata carenza di risorse nel settore giudiziario, la legalità dell’agire e del vivere civile”, dice il magistrato riportato da Repubblica; non è più davvero il caso di parlare di “infiltrazioni” della mafia in Lombardia. “La presenza mafiosa al Nord deve essere ormai letta in termini non già di mera infiltrazione, quanto piuttosto di interazione-occupazione” del territorio; la ‘ndrangheta a Milano sarebbe poi da definirsi più che altro una vera e propria “metastasi” in piena azione. Sempre a Milano sono andate in scena alcune critiche durissime all’operato del governo di Matteo Renzi: sia sulle norme di riforma dell’ordinamento giudiziario, sia su riforme meno attinenti all’organizzazione della giustizia in senso stretto.

ANNO GIUDIZIARIO, LE CRITICHE DEI MAGISTRATI A RENZI – Secondo l’avvocato generale dello Stato in forza a Milano, Laura Bertolé Viale, l’operato del governo Renzi sarebbe da bocciare in toto: “Molte norme sono irragionevoli, prima fra tutte la ‘salva Berlusconi‘. E inoltre è stato escluso il reato di falso in bilancio” da quel provvedimento. A Torino il procuratore generale Marcello Maddalena si è scagliato contro le misure che hanno tagliato le ferie ai magistrati: “Il presidente del Consiglio si è ispirato al personaggio di Napoleone de ‘La fattoria degli animali’ di Orwell, che aveva scoperto, per tutti i problemi della vita, il grande rimedio: lavorare, anzi far lavorare gli altri, di più. Fino a farli crepare dalla fatica, come il cavallo Gondrano”, ha detto. Il presidente della Corte di Cassazione a Roma, Giorgio Santacroce, ha chiesto ai magistrati “un rinnovato impegno nella ridefinizione giurisprudenziale di una lunga serie di istituti del diritto del lavoro” dopo l’entrata in vigore delle riforme del Jobs Act. 

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ANNO GIUDIZIARIO, DA NAPOLITANO A ROBLEDO – Ma non sono mancate anche critiche ai “magistrati malati di protagonismo”, con ancora Canzio a tornare sul caso della deposizione di Giorgio Napolitano , già presidente della Repubblica, nelle mani della Procura di Palermo. “Questa dura prova si poteva risparmiare al Capo dello Stato, alla magistratura stessa e alla Repubblica Italiana”, ha detto Canzio, riportato dal Fatto Quotidiano. “Non ho intenzione di commentare le dichiarazioni del presidente della Corte d’appello di Milano, ma l’utilità della citazione a testimoniare dell’ex presidente Napolitano è già stata oggetto di valutazione della Corte d’assise di Palermo”, ha ribadito Di Matteo. “Adesso è il tempo delle decisioni. C’è un’iniziativa disciplinare e l’udienza è fissata per il 5 febbraio, non posso dire nulla se non con gli atti che saranno adottati dal Csm”: queste le parole del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini a proposito del caso dei veleni in procura di Milano fra Edmondo Bruti Liberati, procuratore Capo, ed Alfredo Robledo, accusato di passare notizie agli avvocati della Lega Nord nell’ambito del caso della Rimborsopoli lombarda. “ Quando Bruti fa il suo ingresso nell’aula magna del palazzo di giustizia, bersagliato dai flash dei fotografi e ripreso dalle telecamere delle tv, attorno a lui si stringono i suoi aggiunti. Tutti tranne uno: Robledo, appunto, che come era prevedibile ha disertato la cerimonia”, scrive il Messaggero. 

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