Roma, così gli appalti senza gara aiutavano Mafia Capitale

Roma, così gli appalti senza gara aiutavano Mafia Capitale, e col nuovo codice degli Appalti che la Giunta ha approvato preliminarmente ieri il sindaco Ignazio Marino punta a fare in modo che il malaffare e la facilità nell’ottenere assegnazioni di soldi pubblici, alla base del sistema del Mondo di Mezzo di cui parlava nelle intercettazioni Massimo Carminati, spariscano dai palazzi dell’amministrazione capitolina. “Una rivoluzione, il mondo di mezzo è davvero finito”, ha dichiarato ieri il sindaco Ignazio Marino.

ROMA, GLI APPALTI SENZA GARA E MAFIA CAPITALE – Come funzionavano gli appalti di Roma Capitale e dei Municipi? La pratica degli appalti senza gara, delle procedure negoziate e dell’espansione dei casi di “somma urgenza” erano vicende tristemente note, che lasciavano moltissima discrezionalità a politica e amministrazione nelle assegnazioni a quella o quell’altra impresa o cooperativa, vincite magari funzionali al sistema criminale organizzato a Roma dall’ex terrorista dei Nar e dal suo sodale, importante esponente della cooperazione sociale, Salvatore Buzzi. Scrive il Corriere della Sera nell’edizione romana che “inviti costruiti su misura per far vincere le gare alle solite ditte, ricorso alla somma urgenza per giustificare interventi più ampi di quelli necessari in tempi brevi, e sopratutto, procedure negoziate per cifre inferiori a un milione di euro senza un bando pubblico e senza motivazione” erano gli ingredienti che consentivano a Mafia Capitale di inserirsi nella macchina amministrativa del Campidoglio. Il sindaco Ignazio Marino ha dato carta bianca al neo assessore alla legalità Alfonso Sabella e ieri la giunta con una memoria ha approvato in prima lettura il nuovo regolamento degli Appalti in Campidoglio.

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ROMA, LE NUOVE REGOLE DEGLI APPALTI – Il Messaggero nella cronaca di Roma spiega che il nuovo regolamento degli appalti si baserà sullo “stop all’assegnazione di appalti senza gara pubblica, tranne in casi di effettiva e imprevedibile emergenza; rotazione dei componenti delle commissioni giudicatrici; pubblicazione sul sito del Campidoglio di tutti gli atti delle gare”, anche di quelli per cui non c’è obbligo di pubblicazione. Inoltre non mancherà “un freno alla discrezionalità degli uffici per le assegnazioni dei lavori per le ‘somme urgenze'” e l’obbligo per le imprese che partecipano alle procedure non con gara pubblica di “dichiarare eventuali finanziamenti versati nell’ultimo anno a partiti, esponenti politici” ma anche altri enti come “fondazioni, associazioni, onlus o consorzi” comunque collegati alla politica. Alfonso Sabella ieri ha dichiarato: “Ho fatto come facevo con i pentiti, il primo obiettivo è impedire che il reato possa portare a conseguenze ancora peggiori, il secondo è verificare quanto accaduto in passato e far pagare i responsabili”. Soddisfazione dalla maggioranza con il coordinatore e capogruppo Pd Fabrizio Panecaldo che definisce il regolamento come il primo passo per “sradicare il malaffare”.

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