Veleni in procura a Milano: “Robledo passava notizie alla Lega”

Veleni in procura a Milano, altro che trasferimento temporaneo alla procura di Venezia per Alfredo Robledo, protagonista da mesi di un acceso scontro con il vertice dei magistrati meneghini, Edmondo Bruti Liberati: il Consiglio Superiore della Magistratura deciderà, d’urgenza, sul trasferimento cautelare del vice procuratore di Milano verso un’altra regione, accusato di aver girato informazioni coperte da segreto istruttorio agli avvocati della Lega Nord nell’ambito del processo su Rimborsopoli.

VELENI IN PROCURA MILANO, ROBLEDO NELLA BUFERA – Un’indagine antimafia di Reggio Calabria, scrive il Fatto Quotidiano, ha intercettato l’avvocato della Lega Domenico Aiello, compresi i suoi dialoghi con Alfredo Robledo; “mandati alla procura di Brescia, hanno dato origine ad un’inchiesta penale a carico del magistrato, chiusa con un’archiviazione, perché le intercettazioni non sono utilizzabili in un’indagine che non contempla l’arresto in flagranza”. Tuttavia, sono state recuperate in sede disciplinare e come dicevamo la decisione sul caso arriverà all’inizio di febbraio. Tutto dipende dall’inchiesta sulla rimborsopoli lombarda; nelle intercettazioni si sente a più riprese Aiello parlare con i suoi riferimenti leghisti e anche dialoghi fra Aiello e Robledo; in questo senso l’avvocato si rivelava il trait d’union fra la Procura e i vertici del Carroccio. “Hanno intercettazioni gravi contro PdL mentre contro di noi gola profonda”, scrive Aiello ai vertici della Lega in un Sms: “Domani mi daranno altri nominativi ns. consiglieri indagati”.

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LE INTERCETTAZIONI – “Adesso escono il Pd e l’Italia dei Valori, purtroppo domani altri sette-otto dei nostri”, aggiungeva al telefono: “Ne saprò i nomi in via riservata”, aggiungeva Aiello, intendendo appunto da Robledo. “Domenico te lo garantisco, su questo ci puoi spendere la tua credibilità”, gli avrebbe detto Robledo, e Aiello riporta queste parole. Fra i due ci sarebbe stato anche uno scambio: il Pm avrebbe promesso un rapporto “in cui i consulenti analizzavano i bilanci della Lega dal 2008 al 2011”, Robledo espresse in effetti parere favorevole all’istanza dell’avvocato di ottenere questo documento, ma i sostenuti procuratori impegnati nell’inchiesta e Bruti Liberati in persona “si opposero perché l’atto non era ancora noto agli indagati”. L’inchiesta del Csm sosterrebbe inoltre che Robledo avrebbe “usato la sua qualità di magistrato al fine di conseguire vantaggi ingiusti per sé”, chiedendo all’avvocato “copia di atti del Parlamento Europeo, dove sedeva Gabriele Albertini”, in quel momento in causa penale e civile come controparte proprio di Robledo: precisa Gianni Barbacetto del Fatto Quotidiano che “Robledo, già legittimamente in possesso degli atti, chiese solo ad Aiello a chi indirizzare un’istanza”. In ogni caso, deciderà il Csm.

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