Il misterioso enigma dei peni italiani che si accorciano. Ma i gorilla stanno messi peggio

«L’organo sessuale dei giovani italiani è più corto di un centimetro rispetto ai coetanei della metà del secolo scorso». Un’affermazione forte, che ci fa guardare con occhi totalmente diversi nostra nonna quando dice che “non ci sono più i giovani di una volta”. Ma andiamo con ordine. Stamattina i colleghi del Telegraph si sono interrogati sul misterioso enigma dei peni che si accorciano. Non riuscendo a raccapezzarsi hanno contattato una task force di esperti per far luce sull’annosa questione.

4. NON DICI MAI QUELLO CHE TI PIACE – Sono pochi i problemi che non possono essere risolti parlandone e il sesso è uno di questi. Se quello che fai con il tuo partner non ti piace e non ti fa stare bene, parlagliene. E trovate una soluzione. (Foto: Thinkstock)

LE MISURE – «La scienza richiede misurazioni precise e corrette – scrive Phil Hammond, medico e comico -. Il pene eretto di un gorilla misura solo 3 centimetri, quello degli scimpanzé 8 e quello degli umani di oggi si attesta attorno ai 13 centimetri». Nondimeno i primati hanno vita decisamente più semplice della nostra. Avendo un osso all’interno dell’organo sessuale, infatti, per ottenere un’erezione non devono coniugare assieme nervi, trasmettitori chimici, pompe, flussi sanguigni, tessuti spugnosi, pensieri e sentimenti. «Non abbiamo molti dati sulle dimensioni del sesso del maschio adulto di 60 anni fa – si legge sul quotidiano online -, tuttavia ciò che sappiamo è che gli uomini contemporanei vivono molto più a lungo, ma spesso sono più grassi o soffrono di malattie croniche come il diabete che influiscono sulla frequenza e sulla mascolinità delle erezioni». Si può concludere quindi che, in media, il pene dei nonni era più lungo di due centimetri rispetto a quello dei nipoti.

IL DOTTOR FORESTA – La notizia ha subito attirato l’attenzione dell’AdnKronos, agenzia di stampa nostrana, che ha ritenuto opportuno interpellare Carlo Foresta, direttore del Servizio per la patologia della riproduzione umana dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova. Il dottor Foresta, che come spiega l’agenzia “in passato si era già occupato della questione” analizzando “le misure di poco più di duemila diciottenni” spiega: «l’obesità sempre più marcata anche tra i giovani influenza negativamente la produzione di ormoni durante l’età dello sviluppo. La lunghezza dell’organo sessuale maschile è data dall’imprinting genetico che riceve ognuno di noi, ma può essere influenzata da fattori esterni: stili di vita poco salutari e fattori ambientali, che sopratutto nell’età dello sviluppo, possono incidere sulle dimensioni».

NON SOLO I GIOVANI – «I corpi cavernosi, le strutture portanti dell’organo sessuale maschile, risentono delle influenze ormonali – continua Foresta -. Così se c’è un calo del testosterone, come avviene negli ‘over 50’, o quando con l’età subentrano malattie croniche come l’obesità e il diabete, è chiaro che anche le dimensioni del pene vengono investite del problema». La buona notizia è che secondo il Telegraph si tratterebbe di due centimetri, mentre secondo Carlo Foresta sarebbe soltanto uno.

DIABETE E COLESTEROLO – AdnKronos ha voluto sentire anche il parere di Gabriele Antonini, urologo-andrologo dell’Università La Sapienza di Roma, specializzato nell’impianto di protesi idrauliche al pene. Non si sa mai. «Il benessere – osserva Antonini – porta anche patologie come il diabete e il colesterolo, che incidono sulla salute dei vasi sanguigni e possono causare uno stato di fibrosi dei corpo cavernosi dell’organo sessuale maschile. Con evidenti conseguenze sull’erezione e la lunghezza del pene. Una problema – conclude – purtroppo in aumento».

OGNI MALEDETTA GENERAZIONE – “Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta” diceva Al Pacino nel film di Oliver Stone, monologo quantomai attuale che spinge tutti noi a vincere una nuova sfida.

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