Usa, il Pil vola. Obama soddisfatto: “E’ grazie alla spesa pubblica”

Usa, il Pil degli Stati Uniti vola: più 5% il dato annualizzato sul terzo quarto del 2014, una crescita che non si vedeva da decenni e che è una vera e propria boccata d’ossigeno per il presidente Barack Obama, sconfitto alle elezioni e costretto a confrontarsi con un congresso di diverso colore politico. Anche perché, dicono i dati, il miglioramento negli indicatori economici dipende anche dalle riforme che la sua amministrazione ha messo in campo, come quella sanitaria.

USA, E’ QUASI BOOM – Secondo Washington Post, “alcuni analisti credono che l’economia americana possa a questo punto espandersi l’anno prossimo fino a ricordare il boom degli anni ’90”, ma mentre in quel periodo il commercio e gli scambi sono volati a causa “dei computer e della rete Internet, l’espansione di oggi ha molti fattori. C’è la spesa per i computer, un basso livello di debito privato, prezzi del petrolio in discesa, mercato azionario in salita e un governo federale che per la prima volta da anni incoraggia la crescita invece che ritirarsi da essa”. Dunque la spesa pubblica promossa dal governo Obama è parte integrante della situazione di crescita che gli Stati Uniti stanno vivendo: e di più, è proprio la spesa per il sostegno sanitario ad essere fra le responsabili del volano della crescita.

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OBAMACARE FA VOLARE L’ECONOMIA – Scrive Wall Street Journal che la spesa per i servizi “è cresciuta al ritmo dell’1,2% nel terzo quarto. Ora, si legge che la spesa per i servizi è arrivata al 2,5%; e la spesa per i servizi sanitari da sola ha contribuito alla crescita dello 0,52% del Pil, in salita rispetto alle stime dello 0,22%”. Così, Mother Jones, storico media della sinistra americana, lo dice chiaramente: a questo punto bisogna tutti riconoscere ad Obama il merito delle sue politiche economiche. I democratici, scrive MoJo, “hanno passato uno stimolo, hanno esteso i benefici per i disoccupati, approvato ObamaCare, alzato le tasse sui ricchi, approvato varie leggi sul lavoro. (…) Questo è un programma economico, e ci ha portato dove siamo oggi: una ripresa abbastanza buona, e in grado di durare visto che non è fatta su tagli di tasse e debito. I democratici dovrebbero rivendicarsi tutto ciò più ad alta voce”. Dati che sono ancora migliori se appaiati con quelli sulla disoccupazione, riportati ancora dal WaPo, che è crollata al 5,8% in un paese dove l’economia ha “creato 321mila posti di lavoro nel solo novembre”.

 

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