La cyberguerra degli hacker della Corea del Nord

La Corea del Nord è una delle poche potenze nucleari al mondo, ma viene temuta sopratutto per il suo cyberesercito. Alla luce del basso costo del suo impiego il regime comunista di Kim Jong-un si è specializzato in attacchi hacker che talvolta servono anche per rubare soldi, di cui c’è disperato bisogno. I sabotaggi informatici di Pyongyang inquietano numerosi Paesi, in primis gli Stati Uniti, e il blackout che ha colpito la rete nordocoreana sembra essere una misura di ritorsione decisa per attività di disturbo che hanno superato il livello di guardia.

GLI HACKER DELLA COREA DEL NORD – Il quotidiano austriaco Kurier traccia un ritratto della divisione più temuta dell’esercito della Corea del Nord, i militari hacker che svolgono operazioni di cyberterrorismo. Il regime comunista di Pyongyang è una potenza nucleare, ma viene particolarmente temuto per la sua abilità nel sabotaggio informatico, a cui si dedicano circa 3 mila membri del suo esercito.

Le cybertruppe sono divise in quattro reparti. Il primo si chiama Unità 121, ed è responsabile degli attacchi che fanno collassare i siti. La divisione 2014 invece svolge attività di guerriglia psicologica online, diffondendo notizie fake e creando siti falsi per danneggiare i nemici del regime. Il Laboratorio 110 invece è l’accademia dove vengono preparati gli hacker che poi saranno impiegati nelle unità operative. A questa scuola di specializzazione si arriva dopo aver frequentato l’accademia per l’automazione di Pyongyang, che seleziona gli studenti dal maggior potenziale informatico. La divisione di coordinamento 350/25 rappresenta infine l’unità di comando che prepara e dirige gli attacchi informatici. Secondo l’esperto tedesco Peter Welchering solo questa divisione occupa 1700 militari. Welchering rimarca come la maggior parte di loro agisca da Dandoong, una città della Cina che si trova al confine con la Corea del Nord.

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LA COREA DEL NORD E L’ESERCITO HACKER – Le cybertruppe dell’esercito nordcoreano stazionano in Cina per sfruttare la banda larga installata nel Paese confinante per l’esercito di Pechino. Le infrastrutture informatiche del regime di Kim Jong-un sono piuttosto deficitarie, e per questo motivo gli hacker della Corea del Nord agiscono sfruttando i mezzi del più potente alleato di Pyongyang. Secondo l’Fbi le cybertruppe di Kim Jong-un sarebbero le responsabili dell’attacco hacker alla Sony, una circostanza smentita a livello ufficiale. Numerosi esperti però concordano sul potenziamento delle operazioni di sabotaggio informatiche deciso dall’esercito del regime comunista. Simili attività costano decisamente meno rispetto a interventi militari tradizionali e consentono alla Corea del Nord una guerra informatica asimmetrica che sarebbe semplicemente insostenibile sul campo di battaglia. L’impiego della tecnologia nucleare, arretrata e scadente, viene sfruttato con l’obiettivo di chiedere nuovi aiuti finanziari a un Paese senza risorse e ridotto alla fame da ormai diversi decenni. Le cybertruppe sono utilizzate anche per questo scopo, visto che secondo diverse fonti nel 2011 gli hacker nordcoreani rubarono 6 milioni di euro ai portali del gioco d’azzardo online della Corea del Sud.

LA COREA DEL NORD E IL COLLASSO DI INTERNET – Per i giovani nordcoreani entrare nelle truppe hacker rappresenta una delle possibilità di crescita professionale più redditizie in un Paese dove impera la miseria. Gli esperti di sabotaggio informatico possono possedere un cellulare, far trasferire i loro genitori a Pyongyang e agire anche all’estero. La punizione per i disertori è però particolarmente severa, visto che chi abbandona l’esercito trasferendosi in un altro Paese viene sanzionato con la carcerazione dei suoi familiari. La pericolosità delle cybertruppe di Kim Jong-un allerta ormai numerosi Paesi, in primis gli Stati Uniti. Secondo gli Usa Pyongyang ha organizzato l’attacco alla Sony, e diversi osservatori ritengono che dall’esercito americano sia già arrivata una misura di ritorsione. Nella giornata di ieri la connessione a internet in Corea del Nord è risultata impossibile per diverse ore. Il blackout appare un nuovo episodio delle guerre informatiche che ormai caratterizzano i rapporti di diversi Stati. Un modo meno costoso, a livello economico, politico e di perdita di vite umane, per perseguire i propri interessi nazionali.

Photocredit: PEDRO UGARTE/AFP/Getty Images

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