Stromae: il concerto capolavoro della star belga a Roma

Le prime due strofe di Papaoutai risuonano nel Palalottomatica che vibra a ritmo di musica, ma a cantare non è Stromae, è Roma, e stasera si parla francese. Anzi, si parla la lingua di Stromae, maestro di giochi di parole geniali.

STROMAE A ROMA– Lo spettacolo inizia con Ta fête, e continua tra brani meno famosi e grandi successi del 29enne di Bruxelles che dal successo di Alors on danse, in 4 anni, può contare 3 milioni di dischi venduti e un tour mondiale con soli due album all’attivo. Cos’ha dunque Stromae che incanta tutti, tanto da studiarsi i testi in francese? O per meglio dire, cosa non ha Stromae e a chi non parla la sua musica? Perché pochi minuti a Sanremo lo hanno portato a conquistare l’Italia e riempire un teatro a Milano l’anno scorso e il Palasport dell’Eur a Roma?

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Il suo ritmo mescola con sapienza alchemica rap, dance, musica mandinga e coupé-décalé. I suoi testi citano Aznavour e ricordano Jacques Brel. La sua voce è quella di un cantautore classico francese e a tratti, di un cantante africano tradizionale. Basterebbero la musica e i testi a riempire gli stadi, ma la sua voce fa la differenza perché è lo strumento che usa per dare corpo a tutte le anime musicali e a tutti i personaggi che lo abitano e che interpreta sul palco da attore consumato.

STROMAE, SIMBOLO GENERAZIONALE– Non è un caso infatti che il belga Stromae piaccia a tutte le generazioni e a tutte le latitudini, nonostante testi espliciti e politicamente scorretti (ancorché profondamente umani), nonostante il francese non abbia mai varcato i confini dell’Europa (musicalmente parlando), se non in qualche rara eccezione (Aznavour, Edith Piaf e Brel, appunto). Ancor più raro poi, che un cantante francofono faccia delle date in Africa sub sahariana, una novità storica. Può permettersi di sognare in grande Stromae perché lui più di altre popstar e più dei rapper arrabbiati rappresenta i sentimenti di varie generazioni, dai 35 in giù, che sono già meticcie e non possono essere racchiuse nei facili identitarismi d’un tempo, figlie di storie mai comuni e non lineari. Sono uomini e donne come lui che si confrontano con problemi sociali ed economici più grandi di loro e che in assenza di referenti politici forti e direzioni chiare devono elaborare gli strumenti per rendere questa vita degna di essere vissuta. Alla grande.

STROMAE, UN FENOMENO LIVE – Tutti si innamorano di Stromae per la musica, tanto da voler capire tutto quello che ha da dire e vanno oltre. L’affetto delle persone al Palalottomatica è palpabile, l’interazione col pubblico (in italiano), costante.

L’esperienza dal vivo è un’ulteriore scoperta perché ogni minimo dettaglio dello spettacolo è curato, ogni canzone mostra un abito nuovo, un modo diverso di combinare video, luci, suoni, scenografia, costumi di scena (la sua linea di moda Mosaert, disegnata dalla sua talentuosa compagna Coralie Barbier, è ormai la cifra della sua immagine). Sì, perché in alcuni momenti non si capisce se si è a teatro, ad un concerto o al cinema e ogni arte si esprime non come corredo alla musica ma aggiunge significato e mostra un modo diverso di stare sulla scena. La precisione quasi maniacale che c’è nella preparazione in effetti rende possibile una grande libertà di ballo e di canto sul palco e Stromae sfrutta tutto questo per scatenarsi nella danza e giocare, parlare, scherzare col pubblico, prendendolo e prendendosi in giro.

Nonostante venga da chiedersi se oltre questi due album Stromae abbia altro da dire, l’impressione è che ci possa riservare delle sorprese e delle trasformazioni inaspettate. Nell’attesa di sapere cosa bolle in pentola, il consiglio è quello di godersi queste due ore di musica e spettacolo, e pogare. Sperando che torni presto, dopo i live a Milano il 15 dicembre e a Roma il 17.

STROMAE, I RINGRAZIAMENTI – Ai suoi concerti troverete ambizione e umiltà. E generosità: sono ben 15 i minuti dedicati ai ringraziamenti per questa che era l’ ultima data del suo tour nel 2014: non sono troppi, perché quello che si capisce e che dietro di lui c’ e una squadra di ragazzi, di abili e originali artigiani che vivono il sogno con Stromae ed esprimono al meglio il fermento della scena artistica contemporanea di Bruxelles, un pezzo d’Europa nuova e diversa che la popstar fotografa con la sua storia, la sua arte, la sua musica.

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