«Non abbandonerò mai la mia principessa»: parla il padre della Panarello

Il padre parla a Quarto Grado e lei manda una lettera al marito, che ieri aveva era stato intervistato dal Corriere della Sera. La morte di Andrea Lorys Stival resta un mistero da risolvere anche se per ora è sua madre a essere accusata dal Gip di Ragusa di aver strangolato suo figlio e averne nascosto il cadavere.

Andrea Di Grazia/LaPresse
Andrea Di Grazia/LaPresse

IL PADRE DI VERONICA PANARELLO STA CON LA FIGLIA – Il padre di Veronica Panarello non ha dubbi: «Non abbandonerò mai Veronica. Mai. Per nessun motivo. Finché tutto non sarà finito. Credo nell’innocenza di mia figlia. Non può averlo fatto. È ancora una bambina. Anche in carcere rimane la mia principessa, perché non ha fatto niente». L’uomo lo ribadisce nell’intervista rilasciata a “Quarto Grado”, in onda in versione integrale questa sera su Retequattro: «Veronica è sempre stata una ragazza vivace, tranquilla, amante della famiglia e dei suoi piccoli. Con Lorys era un amore di mamma. Non c’è mai stato nessun problema: stavamo sempre insieme… cucinavano insieme… Lui diceva: “Mamma facciamo questo… mamma facciamo quello…”», racconta l’uomo, che poi ricorda le ore successive alla scomparsa del nipote: «Quel giorno sono andato a cercare mio nipote con i cani molecolari, ma non siamo riusciti a trovare niente. Mia figlia mi aveva avvisato che il piccolo era sparito e mi aveva detto: “Mi hanno rubato Lorys”. L’ho vista appena sono arrivato a Santa Croce. Era disperata e le ho detto: “Fatti coraggio, lo troviamo”. Alla sera eravamo dai carabinieri, in caserma, e ci hanno avvisato che l’avevano trovato. È crollata lì… povera, povera, mamma… Ha fatto un urlo straziante, disumano». Ma il padre conferma anche che la donna stesse vivendo un momento di profondo disagio: «Nei giorni prima dell’arresto, era sempre straziata dal dolore: non mangiava, non beveva, era diventata una larva umana. Voleva andarsene con Lorys».

LA «STUPIDAGGINE» DELLA SORELLA – Sulle dichiarazioni della sorella di Veronica ed alle intercettazioni che farebbero intendere che la donna conoscesse bene il luogo del ritrovamento del corpo di Lorys, Francesco Panarello afferma: «Dopo tutto l’aiuto che Veronica le ha dato, sua sorella non doveva dire quelle parole. Impossibile… È una stupidaggine che Veronica conoscesse quel posto: non andava a prendere l’acqua, perché in casa avevamo il pozzo e poi andavo a comprarla al supermercato».

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IL RICORDO DEL NIPOTE – «Quando andrò a trovarla in carcere le porterò quello che mi ha chiesto: prosciutto e provola. Vuole tenersi su per difendersi e combattere fino alla fine, perché è innocente». E commosso conclude: «Lorys è sempre nel mio cuore. Mi chiamava sempre nonno Ciccio. È una parola che mi manca tantissimo adesso. Porto sempre con me le sue foto. Rappresentano una famiglia felice che adesso è distrutta».

LA LETTERA DI VERONICA PANARELLO – «is, lettera di mamma Veronica a suo marito: “Delusa, non sono stata io”
Caro Davide, sono amareggiata profondamente dal comportamento che hai avuto nei miei confronti», esordisce la donna nella lettera, e poi prosegue: «Come puoi credere che io abbia potuto uccidere nostro figlio? Tu sai che mamma sono stata io e quale affetto abbia avuto per i nostri bambini. È un’atroce sofferenza la morte di Lorys, così come atroce sofferenza è la mia carcerazione».  La lettera si chiude con l’ennesima professione d’innocenza: «Mi sento sola e abbandonata da tutti .Oggi è il compleanno del nostro figlio più piccolo ed anche a lui va il mio pensiero.  «Sono innocente, assolutamente innocente. Ti prego di credermi. »

I DUBBI DEL MARITO – Parole dirette al marito che proprio il giorno prima in un’intervista era parso meno netto nella condanna della moglie: «Dieci anni assieme, e mai una stranezza. A me e ai due bimbi non ha mai fatto mancare niente. E Lorys era il suo cocco: lo aveva appena premiato”. Eppure “o devo credere a quello che mi dicono gli inquirenti. Quella che si vede nei filmati è la macchina di mia moglie: ma se sia stata lei, non lo so».

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