Chi è Alfonso Sabella, neo assessore alla trasparenza di Roma

Chi lo conosce sa bene di che pasta è fatto, Alfonso Sabella, neo assessore alla trasparenza di Roma e toga superpartes. Originario di Bivona, nell’agrigentino, 51 anni è magistrato dal 1989. Ha iniziato la sua carriera alla Procura di Termini Imerese (Palermo) per poi passare nel 1993 alla Procura antimafia di Palermo sotto la guida di Gian Carlo Caselli. Sabella è il “cacciatore dei latitanti”. Ha fermato boss del calibro di Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca ed Enzo Brusca, Pietro Aglieri, Nino Mangano, Vito Vitale, Mico Farinella, Cosimo Lo Nigro, Carlo Greco. Ed è a Sabella che Giovanni Brusca si rivolse per mettere nero su bianco le sue prime dichiarazioni da pentito di mafia.

Basta scorrere le pagine del suo libro “Cacciatore di mafiosi” per capire la sua vita.

UNA VITA DA CACCIATORE DEI BOSS – Nel settembre del 1999 arriva a Roma, al Ministero della Giustizia, come magistrato di collegamento alla Commissione parlamentare Antimafia. Caselli, diventato direttore del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), lo indica come capo dell’ufficio ispettorato, che Sabella lascerà nel 2001 per scontri con il nuovo capo Giovanni Tinebra.
Nel 2002 è stato trasferito alla Procura di Firenze e oggi è giudice al Tribunale di Roma. La sorella, Marzia, magistrato anche lei, fa parte della commissione nazionale antimafia. Anche lei una “cacciatrice di latitanti”: nel 2006 fece arrestare il boss Bernardo Provenzano.

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(Raitv, Annozero)

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