Mafia Capitale, interrogazione M5S: Odevaine cambiò cognome regolarmente?

Luca Odevaine, uno degli arrestati dell’inchiesta sulla cosiddetta Mafia Capitale, ha cambiato cognome «in maniera ufficiale e da procedura»? Oppure non ha mai ottenuto il cambio e ha fatto uso di un cognome «non veritiero»? Sono gli interrogativi che due deputati del Movimento 5 Stelle, l’ex capogruppo Roberta Lombardi e Fracesco D’Uva, hanno posto in un’interrogazione parlamentare al ministero dell’Interno Angelino Alfano, allo scopo di chiarire la posizione di quello che sembra essere uno dei principali protagonisti del sistema di affari e corruzione smascherato dalla Procura di Roma.

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ODEVAINE, LA STORIA: IL CAMBIO DEL COGNOME PER NASCONDERE CONDANNA PER DROGA – A quanto emerso nei giorni scorsi, Odevaine (58 anni, ex vicecapo di gabinetto del sindaco di Roma Walter Veltroni, poi capo della polizia provinciale con Nicola Zingaretti e infine membro del Tavolo di coordinamento nazionale per l’accoglienza dei richiedenti asilo) anni fa avrebbe cambiato il suo cognome per nascondere una condanna per droga a 2 anni e 9 mesi di reclusione inflittagli nel 1989, e per non vedere ostacolata la sua carriera nel mondo delle istituzioni, cominciata a Legambiente negli anni ’90.

ODEVAINE, INTERROGAZIONE M5S: «IL CASO DEL COGNOME DESTA MOLTI DUBBI…» – Secondo i deputati M5S Lombardi e D’Uva, però, c’è la possibilità che l’uomo in realtà non abbia mai ottenuto il cambio, in quanto la procedura fino a 15 anni fa risultava molto complicata e perché, inoltre, il cambio deve rispondere «a motivazioni inerenti il carattere vergognoso o discriminatorio per l’origine o ridicolo», ovvero ci devono essere «motivi assai rilevanti di interesse pubblico». Si legge nell’interrogazione:

La possibilità per un cittadino italiano di ottenere il cambio di cognome è stata esemplificata negli ultimi anni laddove fino circa a 15 anni fa era vigente una procedura assai complicata;
in ogni caso la richiesta di cambio del cognome doveva e deve esser rispondente a motivazioni inerenti il carattere vergognoso o discriminatorio per l’origine o ridicolo ovvero motivi assai rilevanti di interesse pubblico;
nelle procedure per le variazioni di cognome erano e sono coinvolti l’ufficiale dello stato civile presso i comuni e il prefetto in considerazione delle delicatezza giuridica della questione che è propria degli ufficiali di Governo.

Alla fine, spuntano ovviamente le richieste di chiarimento. Lombardi e D’Uva in particolare vogliono sapere:

Se il signor Odevaine, arrestato per il caso «Mondo di mezzo» abbia ottenuto o meno il cambio di cognome in maniera ufficiale e da procedura, cosa che desta molti dubbi visti i criteri stringenti previsti dalla normativa;
se il signor Odevaine non abbia mai ottenuto il cambio di cognome, a che titolo facesse uso di un cognome non veritiero, utilizzato eventualmente non solo in pubblico o in atti ufficiali;
qualora il signor Odevaine non abbia mai ottenuto il cambio di cognome ovvero questo sia stato ottenuto in maniera surrettizia se non sia il caso di inviare gli ispettori ministeriali per comprendere quanto avvenuto per la vicenda nei registri anagrafici e di stato civile a Roma.

Per la cronaca per la pena a 2 anni e 9 mesi Odevaine sfruttò l’indulto del 1991 e gli fu concessa la riabilitazione nel 2003. Poco dopo quella condanna fu di nuovo condannato per emissione di assegni a vuoto. I deputati del M5S citano, infine, un documento del Comune di Roma del dicembre 2007 che riporta già la dizione Odevaine.

(Fonte foto di copertina: YouTube / canale INTEGRA/AZIONE)

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