I 10 punti di Travaglio per dettare la linea del sì a Rousseau

La notizia principale è che Travaglio non potrà votare su Rousseau, perché non iscritto al Movimento 5 Stelle. Ma che questo suo articolo, probabilmente, potrà orientare centinaia di voti di attivisti che hanno nel Fatto Quotidiano il proprio punto di riferimento a livello di informazione. Il direttore della testata, nel suo editoriale di oggi, ha invitato gli iscritti al M5S a votare sì all’accordo per la formazione del governo giallo-rosso.

Travaglio detta il sì agli iscritti alla piattaforma Rousseau

Lo ha fatto, ironia della sorte, in 10 punti, emulando quasi la lista del programma di governo inizialmente presentata da Luigi Di Maio al momento delle consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Poi, i punti sono diventati 20, ma evidentemente non c’era spazio in colonna per imitare fino in fondo il capo politico del Movimento 5 Stelle.

I tratti più salienti dell’articolo di Travaglio sul perché votare sì sulla piattaforma Rousseau sono soprattutto i passaggi sulla necessità della formazione di questo governo perché il M5S – per sua natura – è costretto a fare delle alleanze per governare: al momento la sua percentuale è del 33% in Parlamento, lontana dal 40 che avrebbe consentito ai pentastellati di formare un esecutivo monocolore. Ma il prossimo Parlamento, sottolinea Travaglio, potrebbe avere una presenza del M5S di molto inferiore rispetto a questa quota.

I dieci punti di Travaglio per il sì su Rousseau

Poi, il direttore del Fatto Quotidiano ha ricordato come il M5S sia nato in realtà come una costola di protesta della sinistra e che lo stesso Beppe Grillo aveva provato a iscriversi alle primarie del Pd. Travaglio afferma che il partito ha teso la mano al M5S con 12 anni di ritardo, anche se – crediamo – ha dimenticato il passaggio con Pier Luigi Bersani subito dopo le elezioni del 2013, ben sei anni fa.

Inoltre, il Movimento 5 Stelle – insieme al Partito Democratico – avrebbe la possibilità di far partire i suoi provvedimenti bandiera, cosa che con la Lega non avrebbe potuto fare. Il voto, poi, secondo Travaglio avrebbe dato il via al governo più di destra della storia, con Lega, Fratelli d’Italia e con il ritorno di Berlusconi nell’esecutivo. Infine – come decimo punto – Travaglio sottolinea come Salvini sia scomparso dai radar della comunicazione. Un toccasana, secondo il direttore del Fatto Quotidiano.

L’endorsement, ampiamente pronosticabile, è arrivato. Ora tocca agli elettori/lettori fare il resto. Marco Travaglio ha dato il suo contributo – che nessuno potrà negare – alla formazione di un governo con il Partito Democratico.

 

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