«Amianto? Campania peggio del Piemonte. E la Regione non dà i dati»

In Campania la diffusione di amianto è pari se non superiore a quella del Piemonte, con la differenza che in Piemonte qualche discarica per lo smaltimento di rifiuti speciali c’è. In ogni caso la Regione non fornisce dati. È l’allarme lanciato dal dottor Antonio Marfella, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori ‘G. Pascale’ di Napoli, uno dei medici maggiormente impegnati nella denuncia dei guai sanitari provocati negli anni dallo sversamento di sostanze tossiche nella cosiddetta Terra dei Fuochi. Lo abbiamo avvicinato ieri, alla fine del corteo Stop Biocidio organizzato dai movimenti ambientalisti campani a Casal di Principe, nel Casertano, uno dei comuni a maggior presenza camorristica e maggiormente colpito dal problema.

 

 

TERRA DEI FUOCHI, MARFELLA: «QUI NIENTE DISCARICHE PER RIFIUTI SPECIALI» – Marfella, al quale abbiamo chiesto innanzitutto un giudizio sul decreto Terra dei Fuochi, boccia le scelte del governo e attacca. «Adesso – ci ha detto – le persone cominciano a capire che il problema sono i rifiuti speciali, il monitoraggio e il loro controllo e non certamente solo il rogo tossico, mentre il governo continua a non capirlo. Sostanzialmente non è cambiato niente». Insomma, la legge sarebbe efficace solo per punire chi commette un reato senza tuttavia risolvere la questione alla radice. «Il decreto fa leva solo su un azione repressiva, che non è la soluzione del problema», ha risposto Marfello. «I dati sull’amianto – ci ha spiegato ancora l’oncologo – la Campania non li caccia semplicemente perché smaltimento, quantità e diffusione dell’amianto sono almeno pari se non superiori a regioni come le Marche, e almeno pari al più massacrato Piemonte, con la differenza che il Piemonte almeno qualche discarica ce l’ha. Posso anticipare che a parità di situazione di pessimo smaltimento di amianto il ministro ci conferma che in Campania non c’è neanche una discarica per rifiuti speciali». «Per il tasso di mortalità – ci ha detto ancora – già siamo peggio del Piemonte da molto tempo e poiché questi dati non ci sono e non si interfacciano, si attribuisce agli stili di vita quello che è anche un problema ambientale. Esistono gli stili di vita, ma esiste un problema di disastro ambientale che ancora si continua a negare in Campania».

 

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TERRA DEI FUOCHI, MEDICI PER L’AMBIENTE: «+38% DI TUMORI IN 20 ANNI» – Si tratta di riflessioni cindivise anche da altri camici bianchi del gruppo Medici per l’Ambiente, di cui fa parte anche Marfella. «Si registra – ci hanno spiegato – un aumento del 38% (in vent’anni, dal 1988 al 2008, nda) delle patologie tumorali. Il territorio non può più vivere più in queste condizioni dal punto di vista ambientale e sanitario». «È un decreto superficiale», ha poi affermato il dott. Gennaro Esposito parlando del decreto Terra dei Fuochi. «Noi chiediamo il potenziamento degli screening esistenti nelle Asl anticipandoli di 10 anni. Per esempio il pap test, per il cancro all’utero, dovrebbe essere anticipato alle 25enni, perché si stanno ammalando le 25enni, non farlo alle 40enni. Ma questo richiede soldi, lo Stato deve investire in prevenzione. Gli screening si devono fare in età precoce. Poi ci vogliono bonifiche, controllo del territorio. Quando li cacciamo fuori questi imbecilli ecomafiosi?».

(Immagine e video: Giornalettismo)

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