Salvini è il volto di una nuova alleanza di Destra

Salvini, oltre a essere il nuovo volto della Lega Nord è già il volto di una nuova Destra.

Prematuro dirlo? Forse, ma non troppo.
Quello messo in piedi da Salvini è un prodotto ormai abbastanza maturo e pronto per essere reso pubblico nei prossimi giorni.

Salvini è stato bravo, bisogna riconoscerlo. E’ arrivato pronto alla sua occasione e non se l’è lasciata sfuggire.
Ha approfittato della disfatta elettorale del Movimento 5 Stelle, del crollo di Berlusconi e di Forza Italia, della crescita del malcontento nazionale, e ha accolto la nostalgia delle maniere “cattive” come nessuno aveva mai osato fare prima negli ultimi 20 anni.

Salvini vuole raccogliere tutto, vuole sparigliare a Destra e per farlo si è mosso a piccoli passi.

Ha iniziato “timidamente”, facendosi accettare prima dal suo elettorato.
Ha invaso i talk show non parlando più di Roma ladrona, ma rivolgendosi all’uomo comune, toccando argomenti a lui vicini, e catturando l’attenzione del popolo degli scontenti, riuscendo là dove Giorgia Meloni ha fallito, forse svantaggiata anche dal fatto di essere donna in un paese di matrice ancora maschilista.
Ha creato il suo personaggio, caratterizzandolo con quel suo fare da bullo impertinente e sfacciato, condito con pizzico di prepotenza verbale.
Ha portato l’elettorato della Lega Nord a credere che il vero obiettivo non fosse più liberarsi del resto dell’Italia, ma impadronirsene per cambiarla. Eliminato Bossi dal palcoscenico e ricevuta la benedizione del governatore lombardo Bobo Maroni, il passaggio alla felpa dal vago richiamo nazionalista è stato quasi immediato.

Salvini ha in fretta indossato questa nuova veste.
Ha iniziato a parlare una lingua diversa dopo essersi rivolto e dedicato esclusivamente alla parte alta dello stivale fino al 25 Maggio, giornata delle Elezioni Europee, col grido #BastaEuro.
Ha avvicinato le forze di estrema destra stringendo alleanze, con CasaPound prima fra tutte, promettendo visibilità in cambio di sostegno.

Questo sodalizio ammiccante con l’estrema destra prende ufficialmente il via a Milano il 19 Ottobre scorso, durante la manifestazione “Stop invasione”, dove partecipa anche Forza Nuova, oltre a CasaPound, e viene consacrato in TV il 27 Ottobre, quando il leader leghista, intervistato da Corrado Formigli a Piazza Pulita, in presenza anche del vice presidente di CasaPound, Simone Di Stefano, alla domanda «Lei è antifascista?» risponde: «No, io sono antirazzista».
Il giorno della contestata visita al campo dei rom di via Erbosa a Bologna, poco prima delle elezioni regionali che lo hanno reso la vera rivelazione del momento politico, i toni si fanno ancora più pesanti e provocatori. L’accoglienza ricevuta, non certo delle migliori, è stata spunto per familiarizzare su Facebook con espressioni come «Bastardi» «Bologna democratica e accogliente… dobbiamo liberarla» e «Rivogliamo il fascismo».

Facebook, si sa, dà libero sfogo anche alla voce dei fan, oltre che a quella del politico e delle forze politiche, come Lega Nord, CasaPound o Forza Nuova. Tutto finisce per mischiarsi pericolosamente, anche perché i rimandi tra le pagine ufficiali dei partiti e Salvini diventano sempre più frequenti. Tutte si spalleggiano tra loro per rafforzare l’alleanza a destra.
Emergono frasi e toni , nei commenti ai post, che non eravamo più abituati a sentire:
«Ai miei figli/nipoti, ai loro amici, continuerò a raccontare di sodoma e gomorra e di come Dio creò l’attuale ordine delle cose. ORDINE»
«Riprendiamoci i quartieri. Basta degrado. Basta immigrazione»
«Problema immigrazione fuori dai coglioni. Tutti vogliamo di nuovo parlare italiano»
Qualcuno poi intuisce quale può essere la strategia e afferma: «Se ci uniamo tutti insieme lega casa pound e forza nuova potremo diventare più forti, l’unica soluzione è questa ammesso che Salvini non vada dietro al Nano Mafioso sennò nulla».

Salvini non va affatto dietro a nessuno, semmai solo alla francese Marine Le Pen, che si è imposta in Francia con il suo Front National, provando a seguirne le orme.
Ma il suo pubblico non è francese e quindi non può alleggerire il tono della comunicazione.
Salvini è costretto a parlare un linguaggio di un certo tipo se vuole arrivare al suo pubblico.
Sulla pagina Facebook della Lega Nord la settimana scorsa è stata pubblicata un’immagine di Salvini in posa autoritaria con un testo che parla di “castrazione chimica” per gli stupratori.
Gli risponde “Libero di Pensare”: «troppo buono capitano. io sono per la castrazione con lametta, e senza anestesia. punto». Il rischio è tutto qui, in questo commento.
Salvini ha sdoganato la Destra estrema, quella che Fini aveva sempre tenuto a bada grazie all’accordo con Berlusconi e che il Movimento 5 Stelle era riuscito in qualche modo ad accontentare, pur non parlando la stessa lingua, con il famoso “mandiamoli tutti a casa”.
Ora questa Destra avrà un interlocutore diretto e si esprimerà con tutta la sua veemenza e la sua durezza, senza filtri.

Non potendo la Lega Nord raccogliere questo nuovo consenso in tutta l’Italia ecco il perché di un nuovo soggetto politico, di una Lega del Mezzogiorno, costola dello stesso Salvini.

Certo, il passaggio da “il Sud è parassita, prima il Nord e viva la secessione” a “ci candidiamo a diventare forza di governo” non è facile, ma il piglio del giovane leader non è da sottovalutare. Semmai non è da escludere o, sarebbe meglio dire, è altamente probabile supporre che, qualora il M5S non riesca o riappropriarsi dello spazio perduto, basti una spallata per ritrovarci con una nuova estrema Destra compatta, agguerrita e più arrabbiata di prima.

La Fiamma Tricolore, appartenuta al Movimento Sociale Italiano di Almirante e passata in varie mani fino ad arrivare in quelle di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, si è di nuovo accesa ma in un’altra casa: quella della Lega.

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