Movimento 5 stelle e la resa dei conti: a rischio espulsione 17 parlamentari

Dopo le espulsioni di Pinna e Artini non è ancora finita la resa dei conti all’interno del Movimento 5 Stelle.

Ora, per la prossima assemblea ongiunta, si valuta l’estromissione di altri 16 membri. L’accusa è la medesima: non aver rendicontato le spese sul blog tirendiconto.it, come ha riportato qualche giorno fa Beppe Grillo. Ma c’è dell’altro. Oltre ai casi di “mora” ci sono sul tavolo altre sei storie. La prima riguarda gli ortodossi Danila Nesci e Riccardo Nuti, entrambi accusati di aver fatto endorsement durante la votazione per le Europee. Non solo: mercoledì anche il senatore Nicola Morra dovrà rispondere a questioni legate alla Calabria. E non è il solo. Sebastiano Barbanti e Eleonora Bechis e il senatore Francesco Molinari, dovranno rispondere, sempre come per il collega di Palazzo Madama, di questioni territoriali. Potenzialmente, valutando divisioni tra critici e ortodossi, si parla di diciassette parlamentari a rischio. Eppure, Andrea Cecconi, capogruppo alla Camera smentisce le indiscrezioni di queste ultime ore nelle agenzie: «Le speculazioni giornalistiche in merito a possibili ordini del giorno della prossima assemblea congiunta sono da considerarsi puro esercizio di stile fine a stesso, dal momento che la stessa deve ancora essere formalmente convocata. Oltre tutto si ricorda che non è previsto che l’assemblea dei gruppi parlamentari possa in alcun modo prendere decisioni in merito ad amministratori locali, come maldestramente paventato da alcuni». E ancora: «Certamente l’intenzione del sottoscritto nel convocare la prossima assemblea congiunta sarà quella di creare un clima positivo e di serenità in seno al gruppo parlamentare, così da superare tutte le incomprensioni passate e ripartire in maniera più compatta».

Massimo Artini e Paola Pinna, espulsi M5S
Massimo Artini e Paola Pinna, espulsi M5S

ESPULSIONI M5S: CHI RISCHIA – Chi sono i 16 deputati M5S che rischiano ancora l’espulsione per via della rendicontazione? Leggendo il sito ‘Tirendiconto.it’, i ritardatari (esclusi gli espulsi) con rendicontazione ferma da mesi sono: Sebastiano Barbanti, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Silvia Benedetti, Paolo Bernini, Francesco Cariello, Federica Daga, Marta Grande, Mara Mucci, Girolamo Pisano, Aris Prodani, Walter Rizzetto, Gessica Rostellato, Emanuele Segoni, Patrizia Terzoni e Tancredi Turco. C’è tempo fino a mercoledì per mettersi in regola. Anche se in realtà, tra le discussioni uscite nell’ultimo appuntamento a Montecitorio, gli accusati hanno ben spiegato che la rendicontazione prevista per il sito è stata fatta puntualmente ma questa non sarebbe stata caricata per questioni tecniche.

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ESPULSIONI M5S: I RISCHI IN PARLAMENTO – «Le urla si sentivano da chi stava in strada…», ha spiegato alle agenzie un deputato critico ieri sera. Il clima dell’ultima riunione fra deputati, tenutasi venerdì sera si è accesso quando il gruppo dei “ritardatari” nelle rendicontazioni ha ribadito che i bonifici sono stati fatti ma che le cifre in questione non sono state pubblicate sul sito ufficiale M5S. Alla riunione erano presenti anche tre del “direttorio” Roberto Fico, Carlo Sibilia e Luigi Di Maio. La posizione trapelata dalle agenzie sarebbe stata netta: «O mettete le rendicontazioni sul sito ufficiale o siete fuori». La questione interna al Movimento però rischia di creare non poche tensioni all’interno di altre forze politiche. Alla Camera ci sarebbero i numeri per un nuovo gruppo: bastano 20 deputati contando ex colleghi come Alessio Tacconi e Ivan Catalano. Intanto i deputati che alla notizia di un “direttivo” avevano paventato dimissioni (Daniele Pesco e Dino Alberti) sono tornati sui loro passi.

ESPULSIONI M5S: STAFF SMENTISCE – Sono ore convulse. L’Ansa ha provato a contattare telefonicamente lo staff comunicazione. «Non ne sappiamo nulla. Sono valutazioni che fanno i parlamentari e nelle quali non entriamo. Possiamo solo confermare che mercoledì è prevista un’assemblea congiunta dei parlamentari 5 stelle che all’ordine del giorno prevede misure a sostegno del reddito di cittadinanza», ha affermato l’ufficio comunicazione del M5s contattato telefonicamente in merito all’ipotesi di espulsioni. Direttivo, cambi, nuovo momento. «Qui nessuno comanderà niente – ha spiega Roberto Fico, uno dei cinque incaricati – ma cercheremo di dare una mano al movimento affinché cresca ancora di più, è una nuova fase».

(In copertina Di Maio, Fico, Sarti, Grande. Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

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