Il vero piano di Beppe Grillo? Fare opposizione per sempre

28/11/2014 di Redazione

Diciamoci la verità: governare oggi, significa probabilmente perdere la possibilità di farlo in futuro. Più in generale, governare oggi significa muoversi su di un campo minato. E’ una bella rogna.

Lo sa bene Beppe Grillo, le cui ultime mosse sembrano portare a un solo piano ben preciso: spezzare le gambe a ogni velleità realmente politica dei suoi, attendere facendo comoda opposizione (e click) e campare di rendita, come già altri hanno fatto prima di lui, in attesa di tempi migliori, se mai dovessero arrivare. In alternativa, c’è sempre il blog a tirare avanti la carretta.

Chi lamenta ultime mosse suicide del guru di Genova non ha ben capito che il Movimento, oggi, non è in grado di governare. Non tanto perché mancano la capacità, ma perché mancano voglia e un piano ben preciso in grado di mandare avanti la carretta. Il tanto desiderato collasso del sistema alla fine non è mai arrivato, e forse Grillo e Casaleggio non ci speravano davvero: sicché, in questa situazione di “vivacchiamento alla giornata”, nessuna delle proposte del Movimento, contenute nel famoso programma, potrebbe realmente avere un impatto sulla vita del paese. Tocca, insomma, sporcarsi le mani e fare le riforme con il governo. Ma questo farebbe perdere al movimento il suo appeal di opposizione, con gran gioia di Salvini.

E in più perdere i cliccatori assidui non va per niente bene: sono una buona base di introiti (perché di voti, come abbiamo visto, non tanto) e quindi perché non contare sul loro indefesso rilanciare qualsiasi cosa per tenersi stretta quella bassa percentuale che permette di non sparire, ma nemmeno di avere responsabilità?

La strategia di Grillo è rimanere entro la soglia che permette di fare qualcosa realmente, senza superarla mai. Se ne facciano una ragione i vari Pizzarotti, che possono sempre scindersi e sparire nella melma di governo che inevitabilmente li fagociterà. Volete la politica vera da Beppe? Lui ha capito che l’opposizione paga più del governare, e più politico di questo non c’è niente.

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