Grillo, il “non” assassinio di Matteotti e la grande distrazione post-voto

Oggi, dopo l’esaltazione di un 13 per cento, frutto anche del fallimentare lavoro del Movimento 5 stelle dentro le istituzioni, Beppe Grillo dalle colonne del blog, “molla” la questione del voto alle regionali in Emilia Romagna e in Calabria per concentrarsi sull’assassinio di Giacomo Matteotti.

Il comico genovese ospita l’opinione di Arrigo Petacco, “storico” e giornalista, che sul caso esprime  la sua opinione: «Il delitto Matteotti fu casuale, non era premeditato, questo è molto chiaro». Un post destinato a far discutere. E forse a distrarre i media, dalle discussioni in rete sul risultato elettorale deludente. Che la base del Movimento analizza, eccome.

Mussolini nel 24 ha ottenuto il 68,8% dei voti vi rendete conto? Altro che violenza e che minaccia! E i socialisti, il povero Matteotti era al 18-20 %. A questo punto la domanda che faccio io è: voi pensate che, 10 giorni prima che aveva stravinto le elezioni politiche, il capo del governo, non ancora dittatore, per fare uccidere il capo dell’opposizione manda 4 manigoldi con una lima arrugginita? Ecco, io proprio per questo non ho mai creduto che Mussolini avesse fatto il delitto.

Inutile dire che sotto il post piovono commenti: «Lo facciamo santo subito, o tra un po?», scrive Francesco e ancora: «Per la serie “Caro amico ti scriiivooo, cosi ti distraggo un pò…”», commenta Bob.

Già, perché è meglio distrarre dalle basse percentuali ottenute tra Bologna e Cosenza. Meglio non fare una critica autoanalisi (che già c’è tra gli eletti del territorio).

Meglio non parlare di quel 13 per cento quando si poteva fare molto di più.

Distrarre e non mettersi in gioco davvero: sempre. Non governare, facendo opposizione a vita, fino a scomparire.

Non metterci la faccia (salvo poi farlo una sera solo e senza preavviso a Bologna). Sembra questo il giochino del Movimento o meglio il giochino che si rilancia via blog, mentre consiglieri, senatori e deputati hanno passato l’intera giornata al telefono con i propri elettori.

Dicevo dunque che, mentre abbiamo visto numerosi di questi militi in ogni città e più ancora nelle campagne (Interruzioni), gli elenchi degli obbligati alla astensione, depositati presso i Comuni, erano ridicolmente ridotti a tre o quattro persone per ogni città, per dare l’illusione dell’osservanza di una legge apertamente violata, conforme lo stesso pensiero espresso dal Presidente del Consiglio che affidava ai militi fascisti la custodia delle cabine. (Rumori) A parte questo argomento del proposito del Governo di reggersi anche con la forza contro il consenso e del fatto di una milizia a disposizione di un partito che impedisce all’inizio e fondamentalmente la libera espressione della sovranità popolare ed elettorale e che invalida in blocco l’ultima elezione in Italia, c’è poi una serie di fatti che successivamente ha viziate e annullate tutte le singole manifestazioni elettorali.

Queste sono le parole di Matteotti (30 maggio 1924) che, ironia della sorte, parlava di astensionismo, di elezioni “falsate”…

Ma tanto Mussolini il 1924 ottene «68,8% dei voti» no? Che ve lo dico a fare.

«Ed ora, potete preparare il mio funerale», avrebbe detto il socialista ai suoi colleghi a fine discorso.
Oggi sul blog di Grillo si cerca di fare un po’ di fumo, per distrarre, per sconvelgere l’agenda setting dei media dalla sconfitta del M5S  con un post destinato a far discutere. Ad indignare. Sembra ci sia gusto nel confermare il funerale (o il suicidio?) politico e comunicativo del Movimento. E il bello è che stavolta la mossa non parte certo dal basso.

(Copertina LaPresse/Emiliano Albensi)

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