#ilPendolare: Metro C Roma, come è andato il primo lunedì?

Metro C Roma, come è andato il primo lunedì, il primo giorno di operatività effettiva della terza linea della metropolitana romana? Inizia dalla Borghesiana #ilPendolare, il viaggio di Giornalettismo sui mezzi pubblici della Capitale: periodicamente percorreremo le tratte più frequentate del pendolarismo romano, raccontando la condizione dei passeggeri che utilizzano il disastrato trasporto pubblico della capitale per recarsi da casa al lavoro. Abbiamo iniziato con quello che per tutti i cittadini, comunque lo si voglia vedere, è stato un evento storico.

METRO C ROMA, IL PRIMO LUNEDI’ – Il 9 novembre, dopo settimane di rinvio dovuto a guasti tecnici, ha aperto la tratta inaugurale della Linea C della Metropolitana di Roma; il primo viaggio è stato subito funestato da un guasto in una stazione, che ha costretto tutti i passeggeri a scendere dal convoglio, compreso il sindaco della capitale Ignazio Marino. Il treno successivo ha condotto poi tutti i passeggeri a destinazione. Ma al di là dell’apertura domenicale, quanto serve, quanto impatta, quanto è utile la Metro C ai passeggeri del quadrante est della Capitale? Abbiamo provato a vederlo prendendo la nuova linea di prima mattina, il primo lunedì di operatività effettiva.

IL PARCHEGGIO VUOTO – Raggiungendo una delle prime fermate della linea, la sosta in località la Borghesiana, è innanzitutto evidente che l’apertura della nuova linea non ha di per sé, o quantomeno ancora, alleggerito il traffico di superficie. 

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Insomma, Metro C, prima corsa: bene, ma non benissimo. Impressione confermata dalla quantità di automobili parcheggiate alla Borghesiana. Un immenso parcheggio sostanzialmente vuoto alle 8 del mattino.

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Quante persone sono transitate fino a quell’ora sulla metro C? Lo chiediamo all’addetto dell’Atac che, dopo aver guardato gli accessi della stazione, ci dà una misura indicativa del transito: “Circa 200”, ci dice: “Non mi stupisce, si deve ancora spargere la voce, molti passeggeri non si fidano ancora, non tutti sanno che è aperta, qualcuno ha paura del fatto che sia senza autista”. Ma la stazione dove siamo, ci viene detto, non è una stazione “di carico”, come si dice in gergo, ovvero non è una fermata in cui la salita dei passeggeri è più intensa. Prendiamo così il convoglio e ci dirigiamo a Grotte Celoni. 

I PASSEGGERI – Sulla banchina, l’entusiasmo dei passeggeri è palpabile. “Siamo molto contenti”, ci dice una signora: “Era ora, questa linea ci fa molto comodo sopratutto per il collegamento all’ospedale che adesso è diretto”. Un’altra passeggera: “Senza questa linea io ci metto un’ora e mezzo per andare al lavoro, così sono a Centocelle in un quarto d’ora. Certo, poi da lì devo prendere l’autobus, ma è un passo in avanti”. Un’autista dell’Atac che deve prendere servizio sul tram 8 da piazza Venezia si dice “sinceramente emozionata. Non capita spesso di vedere cose del genere a Roma. Abbiamo fatto un buon lavoro”.

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In effetti, i convogli fanno il loro effetto: spaziosi, puliti, completamente automatici come si era in passato detto (ma successivamente la guida driver-less era stata messa in dubbio per questioni sindacali); a dire la verità, non molto pieni. Tutti, fra passeggeri e addetti, sono d’accordo nel dire che la Metro C, “può fare di meglio”. 

NON PAGARE IL BIGLIETTO – A Grotte Celoni, stazione tradizionalmente di carico dei passeggeri, l’addetta sostiene che il traffico per essere il primo giorno “è stato buono”; volendo quantificare, siamo “poco sopra i 300 biglietti”, ovvero cento in più della Borghesiana, e ovvero, per una stazione di carico, un po’ poco.

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“Ma ci vuole ancora un po’ di tempo”, ci dice un medico sul secondo convoglio che prendiamo, direzione ancora Parco di Centocelle, dove lui ha lo studio: “E’ fantastico, oggi mi sono svegliato presto per sicurezza ma con questa metro per andare al lavoro ci metto 15 minuti e non devo più sgomitare per entrare nel 105”, la linea da Grotte Celoni a Roma Termini, una delle più frequentate dai pendolari del quadrante Est della capitale. “Certo, i vagoni sono ancora vuoti”, ci dice,” ma sa com’è, prendendo la metro si è costretti a pagare il biglietto, e il 90% dei passeggeri del 105 non timbrano. Anche perché molti di loro sono stranieri; fagli pure la contravvenzione, ma non hanno residenza, non hanno domicilio e valli a ritrovare. Stamattina sono passato davanti alla fermata del 105 ed era come al solito piena di gente”.

LE NAVETTE DA PARCO DI CENTOCELLE – Il viaggio prosegue tranquillo fino a Parco di Centocelle; i passeggeri discutono cercando di capire quale sia, effettivamente, la fermata che gli interessa. Al capolinea della metro C vediamo una scena ben strana, per gli standard del trasporto pubblico romano.

Appena saliti al piano strada i passeggeri incontrano solerti addetti dell’Atac che consegnano guide e informazioni sulle linee navetta che da Parco di Centocelle completano il transito fino a Roma Termini. I passeggeri salgono sulle tre navette già pronte davanti alla stazione che partono istantaneamente e subito altre tre ne arrivano. Una puntualità parigina che, certamente, Roma non conosce: “Sono scese fra le 200 e le 300 persone da ogni treno”, ci dice l’addetto alla banchina: “Bene”, ammette, “ma si può fare di meglio”. In effetti, anche i dati dimostrano che così è: Atac ha diffuso in mattinata le stime del transito, sostenendo che sarebbero stati 10mila i passeggeri in afflusso, sopratutto nelle stazioni di Borghesiana e Grotte Celoni. Al di là dei dati che abbiamo potuto raccogliere dalle stazioni, vale la pena ricordare che gli obiettivi di carico della Metro C sono di 24mila passeggeri su ora di punta, rivisti al ribasso dopo gli iniziali 36mila. Di spazio per migliorare, insomma, ce n’è eccome.

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