Marianna Madia e il servizio su Chi: spazzatura

Da queste parti odiamo fare quelli che bacchettano i colleghi. Non ci sentiamo superiori a nessuno, e – soprattutto – non ci sentiamo in grado di dare lezioni a nessuno. Quindi, evitiamo, di parlare troppo spesso degli altri. A meno che non ci si trovi davanti a fatti eclatanti.

E, sinceramente, questa volta siamo davanti a qualcosa che va “oltre”. Oltre il giornalismo, oltre l’informazione, oltre il buon gusto. Oltre quel che è lecito per aumentare le vendite.

Stiamo parlando del “servizio” fotografico che il settimanale “Chi” dedica al ministro Madia. Ministro che, proprio recentemente, avevamo criticato per il suo atteggiamento nei confronti della stampa alla Leopolda.

 

Sinceramente basterebbe la foto ripresa in questo tweet dell’Espresso, senza aggiungere altro. Siamo davanti ad una bieca volgarità. Una brutta pagina di sessimo del settimanale in questione. Una cosa del genere fa solo schifo. Perché si può fare un giornale “popolare”, ed è quello che si cerca di fare anche su queste pagine elettroniche, senza essere volgari e triviali.

Eppure, purtroppo, non abbiamo trovato alcun tweet di solidarietà al ministro Madia. L’ultimo articolo riguarda la polemica sulla parità di genere nelle liste elettorali per entrare in Parlamento. Poi, più nulla.

Tornando al servizio sul ministro Madia, dobbiamo ammettere che oggi stiamo tutti regalando un quart’ora di immeritata celebrità alla rivista diretta da Signorini. E fino all’ultimo sono stato indeciso se parlare di questa paginata o meno. Ma alla fine ci siamo detti che davanti a certe cose è doveroso prendere le distanze. Senza fare lezioni a nessuno: ma questo non è giornalismo, non è informazione, non è neanche intrattenimento. E’ spazzatura.

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