«Ho ucciso mia madre e mia sorella per salvarle dall’orrore dell’Isis»

Eindhoven: Matthea Vrij della Tv olandese evangelica EO eToon Lambrechts  ha girato un documentario sulla Siria insieme al collega Roel Pulinxò. I due hanno gelato la platea presente nella piccola sala del Centro per la pace della città olandese con il loro racconto e le immagini mostrate alle persone presenti. Tra gli aneddoti, quello riguardante un kamikaze che si era fatto saltare in aria dentro un centro scolastico uccidendo svariate persone. L’Isis aveva deciso di abbattere quel luogo per colpire il cuore del popolo: lì infatti si tenevano le riunioni per la libertà delle donne e per la libera istruzione.

 

Foto: Spencer Platt/Getty Images
Foto: Spencer Platt/Getty Images

 

 

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LA LETTERA – Nella sala, racconta Libero, ad un certo punto prende parola un giovane uomo, Murat Memis, assessore comunale e presidente dell’associazione curda della città, il quale apre un foglio che secondo lui può aiutare a spiegare meglio il dramma delle popolazioni tenute in scacco dall’Isis. Si tratta di una lettera trovata dai vicini di casa di una famiglia irachena appena giunta nelle sue mani. La missiva arriva dalla città di Shingal ed è stata scritta da un ragazzino di 15 anni: «Caro papà – recita il testo – cari miei compagni, caro fratello Azad e cara la mia bella sorella Helin, quando voi decideste di lottare contro l’Isis per difendere il vostro stesso paese, io volevo venire con voi. Per essere vicino a voi, spalla a spalla, nella lotta contro gli assassini. Caro papà, non dimenticherò mai le tue parole, tu mi dicesti “figlio mio, lo so che vorresti venire con noi a combattere, ma ci vuole pure qualcuno che resti a casa. Rimani qui e difendi tua madre e la tua sorellina. Ti promisi allora, papà, che avrei fatto veramente di tutto per difendere la mia famiglia. Caro papà, quando abbiamo sentito il rumore dei bombardamenti e le grida della gente, ho subito capito che gli assassini erano vicino alla nostra casa. Caro, mio caro, amato papà, in quel momento mi sono sentito impotente; allora la mia sorellina mi ha sussurrato all’orecchio: “ma…fratello, loro sparano ai bambini con piccoli proiettili, vero?”» Il giovane prosegue raccontando di aver capito che ormai gli assassini dell’Isis erano  vicinissimi alla loro abitazione e che la madre l’ha abracciato chiedendgoli di non lasciare lei e la sorella nelle mani dell’Isis «Tu sai cosa faranno di me e di tua sorella…Non dare a loro questa possibilità, uccidici tu», avrebbe detto la madre. Il ragazzo ha quindi sparato alla sorella e alla madre per poi togliersi la vita: questo è solo una delle molte testimonianze che possono spiegare in parte il grande dramma vissuto dalle popolazioni soggiogate dall’Isis.

(Photocredit: Spencer Platt / Getty Images)

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