Sanatoria fiscale: previsto un gettito da 6,5 miliardi

Un gettito di 6,5 miliardi dato dal rientro dei capitali. La legge sulla sanatoria fiscale è stata approvata ieri notte a Montecitorio e ora passa al vaglio dell’aula del Senato per l’ok definitivo. Il progetto approvato ieri alla Camera, con 250 voti a favore, 76 contrari e due astenuti, è composto da 4 articoli. La voluntary disclosure, ovvero la “collaborazione volontaria” presente al suo interno potrebbe migrare dentro la Legge di Stabilità nel caso spuntassero ulteriori difficoltà nella prima lettura del pdl a Palazzo Madama.

AUTODENUNCIA CHE CONVIENE – Cosa prevede la voluntary disclosure? Chi ha capitali all’estero potrà regolarizzare la propria posizione. Una possibilità che potrebbe portare a casa circa 30 miliardi secondo le stime di oggi del quotidiano La Repubblica. La norma vale anche per i capitali detenuti in “nero” in Italia: previste infatti sanatorie Irpef, Ires, addizionali, Iva e Irap. Come? Autodenuncia, senza anonimato e con un pagamento intero delle tasse con normale aliquota. Ci saranno però sconti sulle sanzioni e uno “scudo” su varie sanzioni penali. «Funzioneranno il bastone e la carota – ha commentato il relatore del Pd Marco Causi al quotidiano – chi riemerge ha forti facilitazioni monetarie e non rischia di essere imputato per vari reati, chi non riemerge rischia non solo i reati tributari ma anche il nuovo reato di autoriciclaggio».

AUTORICICLAGGIO: COSA CAMBIA– In base al testo rilasciato dalla Commissione finanze sono stati aggiunti anche i due emendamenti Bindi, recepiti e riscritti dal relatore Sanga, che trattano di autoriciclaggio. La norma prevede multa penale congiunta alla pena detentiva (da 2,5 mila a 12,5 mila euro) estesa anche per la minore gravità. La norma che introduce il reato nel codice penale e’ stata inserita proprio per incentivare l’emersione dei capitali. Chi si autodenunci non sarà perseguito per il nuovo reato ma solo per le somme oggetto della collaborazione volontaria. Ci sono due soglie di punibilità: carcere da 2 a 8 anni e multa da 5mila a 25 mila euro per chi, “avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, sostituisce, trasferisce o impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente” la provenienza illecita. La pena è ridotta da 1 a 4 anni (e multa da 2.500 a 12.500 euro) se il reato presupposto ha pena inferiore nel massimo a cinque anni.

Il reato diventa più grave se collegato ad attività bancaria, finanziaria o professionale, mentre viene dimezzata nel caso in cui “le condotte siano portate a conseguenze ulteriori o per assicurare le prove del reato e l’individuazione dei beni”.
Da sottolineare che non sarà punibile, poi, chi destina il sommerso a “utilizzazione e godimento personale”, ma, appunto, solo nel caso non ci sia stato anche occultamento.

TUTTI GLI SCONTI – Esclusa la punibilità per dichiarazione infedele e omessa dichiarazione ma anche per omesso versamento di ritenute certificate e di omesso versamento di Iva. Nei casi dichiarazione fraudolenta le pene vengono applicate nella misura di un quarto della misura edittale. Non punibili anche gli intermediari. Le sanzioni sono stabilite al minimo edittale, ridotte di un quarto. Chi si è nascosto in un Paese ‘black list’ pagherà di più di chi ha scelto uno Stato della ‘white list’. Attenzione però c’è anche una sanatoria “internazionale”: i Paesi nella black list che però siglano accordi (entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge) possono esser considerati come provenienti da Paesi della white list. Se si ipotizza l’adesione del 20 per cento dei contribuenti ci potrebbe esser un rientro di 30 miliardi.

COME SONO COMPOSTI I 6,5 MILIARDI DI GETTITO – Di circa 15 miliardi potrebbe il contributo della “voluntary” dove alle tasse non pagate (anche in Italia) si applica una aliquota media del 37%. Si tratta dei capitali in possesso degli italiani sconosciuti al fisco (si tratta di Ires, Irap, Irpef non pagati), per cinque anni di detenzione all’estero con il rientro si otterranno 5,5 miliardi. L’altra metà – come sottolinea oggi La Repubblica in un pezzo a firma di Roberto Petrini – ovvero altri 15 miliardi, potrebbero essere già noti al fisco, ma non si sono pagate le regolari tasse sulle “cedole”. per farli rientrare si calcola un rendimento standard del 5%, che verrà tassato al 27%, per cinque anni, con l’aliquota media del 6,75%. Da quel frangente si otterrà in tutto un miliardo.

(In copertina Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia, nelle immagini LaPresse)

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