L’addio di Cottarelli: «Quelle auto blu per non bagnarsi la divisa»

Oggi sulle pagine del Corriere della Sera c’è un’intervista a Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review in procinto di tornare al Fondo Monetario, in cui l’economista racconta la sua esperienza (e battaglia) contro gli sprechi italiani. Partendo da quello che gli è rimasto maggiormente impresso, manco a dirlo sulle autoblu.

GLI SPRECHI – Proprio su questo si concentra una domanda del giornalista, che chiede a Cottarelli quale sia la cosa più assurda che ha visto. Lui risponde:

Quando ho discusso col ministero della Difesa dell’opportunità che alcuni ufficiali superiori rinunciassero all’auto di servizio, ho scoperto che esiste un regolamento dell’Esercito e della Marina, ma non dell’Aviazione, che impedisce ai militari in divisa di andare in giro con l’ombrello. Non potendosi bagnare, devono prendere l’auto.

E ancora, sui commessi:

Molti, oggi, non hanno un vero lavoro da svolgere, stanno seduti alla scrivania nei corridoi ministeriali.

ERRORI E SOLITUDINE – Ma il commissario non si ferma qui, e racconta l’amarezza dell’essersi sentito solo, nel suo duro compito (pativa “il senso di esclusione, di non far parte di una struttura”), ma anche la solidarietà nei confronti del Presidente del Consiglio (Mi mettevo nei suoi panni: il presidente del Consiglio che sente “Cottarelli di qui, Cottarelli di là….”. Mi sarei stufato anch’io). Rivendica il suo lavoro e ammette che questo è stato forse il suo lavoro più difficile. Poi chiosa amaro: “Quali sono stati gli errori nei suoi confronti?” “Per errore o per altri motivi, molto spesso i documenti non mi arrivavano”. Andiamo bene.

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