Sinodo della Famiglia, su divorziati e gay le posizioni “saranno migliorate”

Sinodo della Famiglia, Papa Francesco non fa che ripetere durante le omelie della mattina in Santa Marta che “non si può sempre rimanere chiusi nei propri sistemi, che occorre aprirsi alle sorprese di Dio“. E’ un fatto però:  qualcosa nella Relatio Post Disceptationem, pronunciata da monsignor Peter Erdo di Budapest (ma, si dice ormai apertamente, non proprio scritta da lui), davvero non va per una parte dei Padri Sinodali riuniti a Roma per l’assemblea straordinaria voluta da Papa Francesco.

SINODO DELLA FAMIGLIA, QUANTI CONTRARI? – Quanto abbondante sia questa parte, non è dato saperlo, visto che non vengono distribuiti gli interventi nominativi dei Padri Sinodali. Ieri il cardinale Raymond Burke, prefetto della Segnatura Apostolica, ha detto che il numero di Padri Sinodali ben poco propenso ad acccettare “ammorbidimenti” sulla linea dottrinale è “sostanziale”. Riporta la Stampa che il cardinale sudafricano Napier ha scritto su Twitter: “Mentre è possibile che alcuni elementi stiano tentando di adeguarsi all’opinione del mondo, la maggioranza rimane fermamente con la Verità“. La narrativa del Sinodo sta cambiando: per giorni si è spaccato il capello in quattro cercando di capire quanti Padri Sinodali condividessero la linea “aperturista” cristallizzata nel documento pronunciato e pubblicato lunedì mattina; in queste ultime ore si parla apertamente invece di un “golpe teologico e sinodale“, come se la segreteria del Sinodo, di nomina sostanzialmente papale, avesse tentato di forzare la mano “sovra-rappresentando” le opinioni di alcuni fra i padri Sinodali, e certo non le più maggioritarie.

“SOLO UN DOCUMENTO DI LAVORO” – Certo, alla fine deciderà il Papa: questo è un documento che arriva a lui e sul quale lui poi elaborerà l’esortazione apostolica post-sinodale. Ma in queste ore dalle conferenze stampa risuona quasi ossessivamente l’avviso ai naviganti: “La Relatio Post Disceptationem è un documento di lavoro, solo un documento di lavoro su cui tutti abbiamo intenzione di operare per migliorarlo“. Se ci saranno solo degli emendamenti o delle aggiunte, o una sostanziale riscrittura, “bisognerà aspettare per vederlo”, ha detto Joseph Kurtz, presidente della Conferenza episcopale nordamericana, in conferenza stampa oggi. Il cardinale Lluís Sistach ha affermato che nel gruppo di lavoro da lui coordinato i partecipanti avrebbero proposto modifiche “su tutti i capitoli della Relatio”, e in particolare “certamente sulla questione degli omosessuali” (e il corrispondente a Roma di Famiglia Cristiana scrive su Twitter che “alcuni circoli minori hanno soppresso integralmente quei paragrafi, che saranno sostituiti con altri”) ma anche sulla “nuova dimensione pastorale” che deve essere fondata “sulla bellezza delle sacre scritture e sugli insegnamenti della Chiesa”. Cosa vuol dire?

PAROLE NON NUOVE – L’impressione è che molti Padri Sinodali siano venuti a Roma aspettandosi di celebrare un Sinodo che aggiornasse il pensiero della Chiesa sulla famiglia, sul matrimonio, sull’omosessualità e sulla contraccezione sostanzialmente ribadendo gli insegnamenti tradizionali della dottrina cattolica di cui l’episcopato si fa custode; nessun salto in avanti, nessun cambiamento nelle posizioni. “Lo sviluppo significa che le cose si espandono per essere sé stesse, mentre l’alterazione significa che una cosa è cambiata e ne diventa un’altra“, ha scritto il cardinale Napier su Twitter alla fine della prima settimana di lavoro. E così, nel briefing di oggi i giornalisti hanno potuto sentire concetti già ascoltati in maniera abbastanza ampia negli ultimi dieci anni di vita della Chiesa, non senza qualche contestualizzazione e qualche precisazione. “La famiglia è in crisi oggi perché è in crisi la fede”, ha detto monsignor Rino Fisichella, relatore ad uno dei circoli di lavoro: “Dal Sinodo dovranno uscire strumenti per mostrare molto di più la bellezza della famiglia cristiana; oggi in occidente esiste questa prassi della convivenza che non accoglie la bellezza del matrimonio sacramentale, puntare su questa bellezza è qualcosa su cui il Sinodo dovrà intervenire“.

“BOICOTTAGGIO DEI METODI NATURALI” – Retromarcia dunque abbastanza vistosa rispetto al linguaggio della Relatio Post Disceptationem in cui si leggeva che “anche nelle unioni e nel matrimonio civile esistono degli elementi di santificazione“; ancora “c’è poca conoscenza dei metodi di contraccezione naturale nella società di oggi, una poca conoscenza che diventa quasi un boicottaggio”, continua Fisichella: “E’ vero che anche sulle questioni riproduttive esiste il primato della coscienza del fedele, ma questa coscienza deve crescere nella verità, deve maturare”. Importante è stato il passaggio sui “valori non negoziabili“, ovvero quella serie di principi che il cattolico non può mettere in discussione nella sfera pubblica, fra i quali il documento dell’allora Cardinale Ratzinger della Congregazione per la Dottrina della Fede aveva annoverato anche “la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso“. Fisichella, a domanda diretta, ha ricordato che la questione dei valori non negoziabili “ha sempre riguardato principalmente l’impegno dei cattolici in politica” e che in ogni caso “i valori sono un ideale di vita, verso il quale c’è sempre un  cammino che deve essere fatto nella crescita della fede“. D’altronde il Papa stesso aveva detto che quella dei “valori non negoziabili” era una frase che non aveva mai capito.

PAROLA AL PAPA – Sia come sia, “il documento che ci rappresenterà tutti è quello di sabato“, quello finale, votato dai Padri Sinodali, si sente ripetere in conferenza stampa dagli intervenuti. “Sui divorziati risposati c’è bisogno di studio, non è in discussione l’atteggiamento di accoglienza, ma dobbiamo approfondire”, ripete il Cardinale Kurtz. Due le proposte concrete avanzate nei Circoli e riportate da Fisichella: “Si è parlato di rendere i processi rotali per la nullità del matrimonio completamente gratuiti, davanti alla Chiesa, quando si parla di sacramenti, non deve apparire il minimo sospetto che abbiano una qualche influenza situazioni di tipo economico; si è chiesta poi una molto maggiore attenzione per i temi delle adozioni, che sono un atto di carità”. Domani chiuderà il giro dei circoli minori, sabato arriverà il tanto atteso documento votato – che secondo gli addetti ai lavori consisterà “in un paio di pagine che lasciano tutto aperto” – e la prima, vera, parola di una certa solidità la darà il papa con la Relatio Synodi all’inizio della prossima settimana.

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