Sinodo della famiglia: «Divorziati risposati? La Comunione non è per i perfetti»

Sinodo della Famiglia, la questione dei divorziati risposati tiene banco anche nelle Congregazioni Generali che non si occupano direttamente della questione. Oggi si sono riunite le assemblee che hanno parlato del modo in cui la Chiesa “comunica il vangelo della Famiglia” nel mondo di oggi, nonché “Il Vangelo della Famiglia nella Legge Naturale” e “la Famiglia e la vocazione della Persona in Cristo”. Ma nella sintesi ufficiale diffusa dalla Sala Stampa Vaticana, risulta ancora una volta che i padri Sinodali, fra gli altri argomenti, si sono soffermati anche sul punto che nelle ultime settimane ha dominato le cronache pubbliche.

SINODO DELLA FAMIGLIA, L’EUCARESTIA NON E’ PER I PERFETTI – Quanto all’accostamento all’Eucarestia da parte dei divorziati risposati, è stato ribadito che tale sacramento non è il sacramento dei perfetti, ma di coloro che sono in cammino“, sono le parole della sintesi. Non è possibile sapere chi nella Congregazione Generale abbia pronunciato queste parole: il bollettino della Sala Stampa, riassuntivo e senza sintesi degli interventi nominativi, riporta solo il senso generale della conversazione sinodale – il che sta dando più di un grattacapo agli operatori più veterani dell’informazione vaticana. Ma nelle conversazioni off the record si inizia a lasciar trapelare il fatto che sul singolo tema della Comunione ai divorziati, il dibattito fra i cardinali prima del Sinodo è andato “troppo oltre” e anche il Papa è stato definito nelle cronache degli ultimi giorni “affranto” per come è iniziato il Sinodo. Peraltro, da struttura, e il Pontefice lo ha ribadito, il Sinodo non decide e non cambia la dottrina della Chiesa: è un momento consultivo. In breve, come che vada la discussione, né quest’anno, né il prossimo arriverà la notizia dell’apertura ai sacramenti per le coppie divorziate e risposate, né una nuova opinione della chiesa sull’indissolubilità del matrimonio – men che mai.

 

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IL GOVERNO DELLA CHIESA – Lo ha ripetuto chiaramente Papa Francesco intervistato da La Nacion nei giorni scorsi: “Non aspettatevi una decisione definitiva la prossima settimana. Sarà un Sinodo lungo, durerà un anno. Ora diamo solo la spinta iniziale. Certo, mi piace la pratica sinodale. Ognuno potrà dire quel che pensa, la libertà è molto importante. Un’altra cosa è il governo della Chiesa. Quello è nelle mie mani, alla fine di queste consultazioni“. Secondo il Papa, la questione non è quella dei divorziati risposati, o almeno, non solo: “Certamente ne parleremo. Ma per me, un tema ugualmente importante sono le abitudini dei giovani. Così tanti giovani preferiscono vivere insieme senza sposarsi. Che deve fare la Chiesa? Espellerli? O invece andargli incontro e provare a portargli la parola di Dio? Sono con la seconda posizione“. Insomma, i problemi al centro di questo Sinodo sono tanti e talmente vari, che ridurre il tutto alla questione dei divorziati risposati è davvero riduttivo.

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Il cardinale Walter Kasper all’uscita dalle Congregazioni Generali

DECIDE IL SACERDOTE – In Vaticano si sente dire che i Padri Sinodali hanno ricevuto la disposizione, o comunque hanno sentito di dover abbassare i toni riguardo la questione all’onore delle cronache in questi giorni. “Tutto va molto bene”, ha detto il Cardinale Walter Kasper, Padre di nomina pontificia e relatore al Concistoro nel quale ha parlato del “buco nero” in cui la Chiesa non può pensare di lasciare nessun battezzato, all’uscita dalle Congregazioni Generali questa mattina. “Quello dei divorziati risposati è certamente uno degli aspetti di cui tenere conto”, ha detto Joao Braz de Aviz, prefetto della  Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, intervistato all’uscita dalle Congregazioni: “Non ci sarà alcun cambio di dottrina, ma ci sarà un cambio di attenzione. Bisogna entrare meglio nelle questioni, altri dicono che la dottrina deve essere più chiara e compresa e applicata, e anche questo uscirà fuori. Peraltro, sulla questione, bisogna dire che i sacerdoti già oggi hanno e avevano la possibilità di decidere se concedere l’eucarestia caso per caso e non c’era alcuno scandalo. Come prete ho dovuto scegliere se comunicare un divorziato e a volte l’ho fatto, sicuramente, ma sempre con estrema prudenza”. 

COPPIE DI FATTO E MATRIMONI CIVILI – Nella conferenza stampa successiva alle Congregazioni si è ascoltato che il Concilio Vaticano II, hanno ricordato i Padri, ha chiarito che esistono “elementi di santificazione anche all’infuori della Chiesa“; allo stesso modo il matrimonio cristiano è e resta “sacramento indissolubile” ma anche nelle unioni civili, nelle coppie di fatto e nei matrimoni civili esistono “elementi di santificazione, elementi di amore vero e cristiano anche se non si è nella condizione piena della famiglia cristiana,” occasioni per la Chiesa di portare il Vangelo della Famiglia con parole nuove e proporre unioni più stabili e sante. Sembrano aver invece colpito i Padri Sinodali l’introduzione dei lavori di una coppia di laici australiani: “La nostra fede è importante per noi, ma quando eravamo fidanzati leggevamo i documenti della Chiesa e ci sembravano di un altro pianeta, di un linguaggio difficile”. E nella conferenza stampa proprio sul linguaggio con cui la Chiesa comunica il Vangelo della Famiglia molto si è detto.

IL MATRIMONIO, SACRAMENTO SESSUALE – “Usare parole come ‘vivete nel peccato’ o ‘condotta intrinsecamente disordinata’ non aiuta la Chiesa a portare le porte a Cristo”, dicono in conferenza stampa i Padri: “La Chiesa deve aprirsi di più al dialogo, deve ascoltare più frequentemente le esperienze delle coppie sposate poiché le loro lotte, e i loro fallimenti, non possono essere ignorati“, continua il documento. E per la coppia di laici australiani “la base sacramentale del nostro rapporto è essenzialmente il rapporto sessuale, e il matrimonio è essenzialmente un sacramento sessuale che ha il suo picco nel rapporto fisico“. Senza questa consapevolezza, dicono i due, “l’Humanae Vitae non può essere compresa. Abbiamo bisogno di nuove vie per toccare i cuori delle persone”. Passaggio anche sull’omosessualità: “Dei nostri amici progettavano un raduno di famiglia quando il loro figlio gay ha chiesto se poteva portare il suo compagno. Credono profondamente negli insegnamenti della Chiesa e hanno detto: “Lui è nostro figlio”.

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