I trentenni in fuga dall’Italia. Scappano da un paese senza speranza

Nell’ultimo anno sono 94 mila gli italiani che sono andati all’estero per cercare lavoro. Un numero superiore a quello dello scorso anno, quando erano stati “solo” 78.941 le persone a lasciare il nostro paese. Siamo davanti ad un incremento, quindi, forse anche a causa della crisi che spingi molti italiani a cercare lavoro all’estero. Il dato allarmante è contenuto nel rapporto Italiani nel Mondo presentato oggi dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana.

In Italia gli emigranti superano gli stranieri in arrivo
(Lapresse)

 

I NUMERI DELLA FONDAZIONE MIGRANTES –  Gli italiani all’estero sono 4.482.115, con un aumento nell’ultimo anno di quasi 141 mila unità, dato pari al 3,1 per cento nell’ultimo anno.  Nel corso del 2013, dicevamo, si sono trasferiti all’estero 94.126 italiani. Nel 2012 erano stati 78.941, con un incremento percentuale del 16,1 per cento. A partire sono maggiormente gli uomini (56,3 per cento).

I GIOVANI LASCIANO IL PAESE – Quel che colpisce è che anche da questo dato si conferma che questo non è un paese per giovani. Ancora una volta si dimostra che sono i più giovani, la futura classe dirigente di questo paese, quella che se ne va. Che cerca posti di lavoro all’altezza delle loro ambizioni. L’età media più rappresentata – infatti – è quella compresa nella fascia 18-34 anni (36,2 per cento), seguita da quella che va da 35 a 49 anni (26,8 per cento). Insomma siamo davanti ad oltre il 50% dei nostri migranti.

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LE DESTINAZIONI PRINCIPALI –  Il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti all’inizio del 2014, è il primo Paese verso cui si sono diretti i recenti migranti italiani con una crescita del 71,5 per cento rispetto all’anno precedente. Seguono la Germania (11.731, +11,5 per cento di crescita), la Svizzera (10.300, +15,7 per cento), e la Francia (8.402, +19,0 per cento).

LA «RISORSA MIGRAZIONE» – Nella presentazione di questi dati la Fondazione Migrantes ha aggiunto che visti i numeri è necessario porsi nuovi interrogativi e nuovi impegni, perché dall’Italia non solo si emigra, ma si registra un aumento delle partenze. La Fondazione parla di «Risorsa Migrazione», in termine che identifica «giovani, mediamente preparati o altamente qualificati, con qualifiche medio alte o privi di un titolo di studio» che lasciano l’Italia per un futuro migliore. «Solo quando ci si convincerà delle opportunità che un italiano ha fuori dell’Italia di arricchire e valorizzare il Paese in cui è nato – conclude la Fondazione – probabilmente si capirà cosa significhi effettivamente parlare di risorsa migrazione, dove per ricchezza non si intende solo quella economica, ma anche tutto ciò che di positivo ritorna in termini  culturali».

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