Ferrania: la storia della pellicola made in Italy “risorge” dal crowdfunding

In piena rivoluzione digitale, che spazio rimane per una vecchia fabbrica di pellicole?

Un luogo sacro per gli amanti del cinema potrebbe tornare a vivere nel progetto affascinante e ambizioso di Nicola Baldini e Marco Pagni, ancora convinti che il mercato analogico possa avere futuro.

LA FERRANIA – La fabbrica Ferrania era uno degli unici quattro posti al mondo, insieme a Kodak, Fuji e Agfa, in cui venivano prodotte pellicole a colori, nel particolare formato che le rendeva adatte sia alla fotografia che al cinema. Le origini della fabbrica risalgono addirittura al 1882, quando in Liguria, sulle rive della Bormida, venne costruita una fabbrica di dinamite, la SIPE (Società Italiana Prodotti Esplodenti).
Con l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale l’impianto crebbe a dismisura, producendo materiale bellico in quantità talmente elevate che perfino la Russia, a corto di esplosivi, si rivolse alla Sipe per rifornirsi di nitrocellulosa. Negli impianti di Ferrania i tecnici dello Zar Nicola II preparavano polveri esplosive, fino a quando, con la Rivoluzione d’Ottobre la Russia uscì dal conflitto. Le ingenti scorte lasciate dai russi diedero l’idea di riconvertire l’azienda e iniziare a produrre celluloide (nitrocellulosa e canfora), il materiale da cui è prodotta la pellicola cinematografica.

LA BANCAROTTA – Sulle pellicole della Ferrania vennero girati pezzi di storia del cinema, come “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica, “Otto e mezzo” di Federico Fellini e “Accattone” di Pier Paolo Pasolini, portando il cinema italiano nelle sale di tutto il mondo. La storia della Ferrania però si interrompe bruscamente nel 2003 quando, con l’avvento del digitale, è costretta a chiudere i battenti diventando la prima industria cinematografica a dichiarare bancarotta.

Ma lasciamoci alle spalle gli ultimi 10 anni e arriviamo al 2003, quando Baldini e Pagni, assieme ad un gruppo di ex impiegati dello stabilimento, pensarono di dare una nuova opportunità alla fabbrica e ricominciare a produrre pellicola. «Tutti ci davano dei pazzi e forse lo siamo… ma forse no» raccontano i due imprenditori.

BIG BOY, WALTER E TRIXIE – Dopo un anno di duro lavoro di restauro dei vecchi edifici, lo stabilimento è quasi pronto per ricominciare la produzione, ma solo di piccole quantità a costi molto elevati. Dai vecchi edifici della Ferrania sono stati recuperate tonnellate di materiale, ma non sono abbastanza, e il tempo sta per scadere perché entro fine anno la fabbrica verrà demolita. Non potendo contare su investitori nazionali Baldini e Pagni hanno cercato fondi su Kickstarter per l’acquisto di tre macchinari, “Big Boy” “Walter” e “Trixie”, che consentiranno a Ferrania Film di soddisfare la domanda del mercato analogico riducendo i costi.

Cattura
Foto: kickstarter.com

KICKSTARTER – Si tratta di un sito di crowdfunding per progetti creativi. Il crowdfunding è una tipologia di finanziamento collettivo, nel caso di Kickstarter a fondo perduto. Chiunque può decidere di supportare un prodotto o un’idea interessante con una donazione a scelta. Non ci saranno ricompense in denaro, ma chi riceve il finanziamento sarà sicuramente in grado di mostrare la propria gratitudine. C’è chi manda lettere di ringraziamento, chi regala gadget, chi invita a cena i donatori e chi offre un primo collaudo del prodotto. Tra i progetti finanziati su Kickstarter due documentari candidati al premio Oscar. Per Ferrania, L’obbiettivo da raggiungere è di 250.000 dollari e in una sola giornata il sito è riuscito a raccoglierne più di 30.000.

Foto: kickstarter.com
Foto: kickstarter.com

La speranza dei nostalgici della cellulosa è che la vecchia fabbrica possa rinascere dalle sue ceneri ricominciando la produzione dell’ormai vintage pellicola fotografica.

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