Prima del video di Belen? C’era Forza Chiara

Non è la prima volta che un filmato amatoriale con protagonista una minorenne finisce in rete. Il caso di Perugia

Prima del caso Belen, c’era il caso Forza Chiara da Perugia. Tutto si ripete, nella rete, e nessuno sembra imparare mai le lezioni del passato: non scaricare, non diffondere e non condividere sulle reti peer-to-peer video pornografici se non si è sicuri dell’età delle persone coinvolte; massima attenzione ai video amatoriali: perché si rischia serio, molto serio. Si rischia di rovinare delle vite, prima di tutte la propria. Poi, quella degli altri: come quella di Chiara, la ragazza di Perugia convinta dal proprio ragazzo a fare sesso mentre lui filmava il tutto in un video amatoriale che doveva essere distrutto, che distrutto non è stato e che è stato diffuso invece in tutta la rete, provocando anche il tentativo di suicidio della giovane.

BELEN E CHIARA – Belen Rodriguez era consenziente al rapporto sessuale che è finito su pellicola. Ciò non toglie che fosse minorenne al momento del girato. La procura di Milano ha aperto l’inchiesta solo pochi giorni fa: chiunque abbia scaricato, detenuto o in altro modo maneggiato il video hard di Belen Rodriguez, che ha girato per tutta le rete nelle scorse settimane, rischia l’imputazione per diffusione di materiale pedo-pornografico. La legge in materia parla chiaro: la modella, ai tempi del girato, era minorenne e dunque al video si debbono applicare tutte le cure accordate alla tutela dei minori.

RICORDATE IL CASO? – L’avvocato penalista  specializzato in diritto delle nuove tecnologie Daniele Minotti così scriveva.

Va ricordato che anche una minorenne “matura” è pur sempre una minorenne e la legge italiana (e non solo) punisce sia la diffusione (ad esempio, mediante software di P2P) sia la mera detenzione di materiale pornografico coinvolgente minori: artt. 600-ter, comma 3, e 600-quater c.p.

Il precedente da ricordare è quello di “Forza Chiara da Perugia”: un caso che ha visto condanne in primo grado e in appello per uno dei partecipanti alla complicata dinamica, raccontata finora in varie versioni. Era successo che un giovane, probabilmente diciottenne, aveva girato un porno amatoriale con la sua ragazza, allora sicuramente minorenne (15 anni, o 17): appunto Chiara, da Perugia, che apriva il video coprendosi con un cuscino e per nulla intenzionata a procedere al rapporto sessuale filmato su telecamera. Rimangono famose in rete le parole con cui si apriva il girato.

Lui – Amore?
Lei – No, mi vergogno, mi vergogno!
Lui – Di me ti vergogni?
Lei – Di te no… ma degli altri…
Lui – Ma tanto lo dobbiamo vedere solo io e te… lo guardiamo insieme e poi lo cancelliamo subito… oppure, se poi lo vuoi tenere…

E invece il video non fu affatto cancellato, ma venne invece messo in rete e diffuso.

LA DINAMICA – La telecamera usata dal ragazzo non era sua, ma presa in prestito da amici (tanto che insieme al video vennero diffusi altri fotogrammi che ritraevano queste persone). Molto si disse di questa vicenda, compreso il fatto che Chiara avesse più volte tentato il suicidio dopo la diffusione del video: Zeus News, al tempo dell’uscita del video, si era fatto un giro sui forum e i gruppi di discussione che dibattevano il video, così da scoprire che dietro la diffusione c’era una dinamica ricattatoria.

La storia è quella di due ragazzi perugini moooooolto ingenui: lui all’epoca era maggiorenne e lei quindicenne, sembra che quando lei decise di lasciarlo lui la ricattò minacciandola di far avere il video in questione a suo padre e a tutti gli “amici”. Lei non cedette al vile ricatto e lui fu tanto stupido quanto stronzo da diffondere il video in tutta Perugia, Umbria, e via Internet (grazie a WinMX) in tutto il mondo. Ora giustamente il ragazzo perugino (che nel video appare anche poco virile) sta passando enormi guai giudiziari sia penalmente che civilmente! Spero solo che subisca una punizione esemplare che sia da monito per tutti i suoi amici che seguono la vicenda”.

Così parlava uno degli utenti; altri dicevano che erano stati i genitori di Chiara a fare causa all’ex fidanzato: e come dicevamo, di certo c’è che uno dei ragazzi coinvolti è stato giudicato colpevole dai tribunali, il che fa pensare che si possano ritenere tali anche gli altri.

PESANTI CONSEGUENZE – Ciò che conta è che il video amatoriale nell’era digitale corre sulle reti di condivisione peer to peer. Ma davanti ad esse la legge non si ferma, come al solito.

Una volta che il filmato viene digitalizzato, può essere memorizzato su Cd e diffuso senza decadimento della qualità. Mettiamoci poi Internet, magari con la banda larga. Mettiamoci anche un circuito di scambio file fertilissimo come quello dei software peer to peer (in questo momento eDonkey e WinMX sono quelli più in voga dalle nostre parti). E la frittata è fatta, lo sputtanamento in chiave planetaria è questione di giorni, in qualche caso addirittura di ore.

Le condanne inflitte dai tribunali dimostrano come la giurisprudenza non abbia alcuna paura ad applicare gli articoli del codice penale a chi detiene e condivide tramite peer-to-peer video del genere: basta un download per mettersi nei guai. Accanto a chi chiedeva dove scaricare il video di Chiara (pare che Perugia fosse invasa da scritte sui muri: “Forza Chiara, sei una t***a!”; anche nei bagni delle scuole la situazione non era migliore) c’era anche chi insultava, e pesantemente, le persone che chiedevano come guardare la sorte della piccola Chiara: erano partiti appelli su tutta la rete che chiedevano a chiunque detenesse il video di cancellarlo o almeno di non renderlo disponibile per il download. Allo stesso modo dovrebbe comportarsi chi ha maneggiato il video di Belen – “prudenza”, consigliava l’avvocato Minotti – per evitare di incorrere nelle condanne che il ragazzo del caso Chiara ora porta sulle spalle.

Share this article