“Le Tartarughe Ninja”, la recensione del film

Le Tartarughe Ninja tornano al cinema, a 30 anni dall’uscita della prima serie a fumetti nel maggio del 1984. Shredder, con il suo diabolico Clan del Piede è riuscito a prendere il controllo di New York City, infiltrandosi anche nei piani alti di polizia e governo. Il futuro si prospetta buio e la città ha bisogno di eroi. Saranno proprio le quattro tartarughe a lottare per sventare il piano criminale di Shredder e i suoi scagnozzi. Per April O’Neal, giovane giornalista in cerca di uno scoop, sarà l’inizio di un’avventura incredibile e ben presto scoprirà che non si tratta solo di lavoro, ma di qualcosa che la riguarda molto più da vicino.

April O'Neil

Il soggetto è ispirato ai personaggi creati da Peter Laird e Kevin Eastman per la sceneggiatura di Josh Appelbaum, Andrè Nemec ed Evan Daugherty. Il produttore Michael Bay (Transformers) e il regista Jonathan Liebesman (La Furia dei Titani) reinterpretano per il grande schermo la serie che per decenni ha sedotto il pubblico di tutte le età.

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A proposito di seduzione… chiunque in tenerà età non fosse stato immune al fascino della reporter di Channel Six, rimarrà soddisfatto anche questa volta. Nei panni di April O’Neil ci sarà Megan Fox che probabilmente non concorrerà mai per l’Oscar, ma nella parte funziona veramente bene. Nel film le caratteristiche delle tartarughe sono basate sulla serie televisiva del 2003 e vedono Leonardo come un samurai, Raffaello come un combattente, Michelangelo come un istrionico rapper e Donatello come il saggio della situazione.

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Nel complesso un film che non sorprende. Forse ci si aspettava una pellicola un po’ più matura, i dialoghi vogliono essere forzatamente divertenti e in alcuni casi non strappano neanche un sorriso. Fortunatamente gli effetti speciali della Industrial Light & Magic e un 3D molto curato aiutano nella visione di un film che ci è piaciuto più per rimembranze di gioventù che per meriti propri.

(Photo Credit: GettyImages)

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