Ballarò, la diretta “commentata” dell’esordio di Massimo Giannini

16/09/2014 di Boris Sollazzo

Mentre Floris, con un monologo di Paolo Mieli e un intervento di Pagnoncelli, su La7 va avanti ancora per vari minuti in cui alzare lo share, si può dare un primo giudizio su Ballarò. Piuttosto positivo, ma con alcuni spunti di riflessione.

Massimo Giannini, sorprendentemente, è decisamente meglio come conduttore che come ospite, lo capisci quando sfotte Brunetta. Cosa piuttosto facile, ma che fa in modo efficace. E’ telegenico, è spigliato, non forza mai. Ci sta bene sul piccolo schermo, più di quanto fosse prevedibile. Non migliora, però, i difetti che eredita dalla passata gestione: uno studio noioso, non alzato dalle sue provocazioni, meno abili di quelle di un Floris naturalmente più esperto, ma con consapevolezza si affida di più alle esterne e soprattutto ai servizi chiusi. Giornalisti giovani, storie semplici, problemi circoscritti: funzionano alla grande e interrompono il grigiore di politici troppo indolenti persino per litigare. Si dimentica della Carpio (sbagliato, era stata molto brava) e chiama troppo tardi la Giovannini. Le esterne, insegna Santoro, vanno sfruttate.
Ballarò era già diventato un format noioso, ma se Giannini riesce a portare il programma ai livelli di quello degli ultimi tre quarti d’ora, potrà crescere molto. Gli ultimi dieci minuti, tra il servizio “animato” e Il candidato, potrebbero diventare cult (anche se la serie con Timi sembra così bella e ficcante, che andrebbe anticipata per alimentare e “pepare” il dibattito).
Come debutto, da promuovere. La riserva sta proprio nella struttura generalista del talk politico, sempre più superata.

Ballarò, 00.02– Fine prima puntata del nuovo corso. All’Alè Florisiano si sostituisce il “buona fortuna” di Massimo Giannini.

Ballarò, 23.59 – Ultimo servizio, d’animazione, sull’etimologia della parola Trojka (Bce, FMI e Commissione Europea). Animazione efficace, spiegazione ironica e completa, tra le cose migliori del programma.

Ballarò, 23.57– Trailer lungo de “Il candidato”. Inizierà la prossima settimana, ma la miniserie con Filippo Timi sembra divertentissimo e geniale. Una sorta di Boris della politica o come dice Giannini un “House of Cards alle vongole”.

Ballarò, 23.54: secondo spazio per la Ghisleri e i suoi sondaggi. Prima su Renzi, ora sulle regole del lavoro e lo stato delle cose in merito. Cartelli più semplici e incisivi che in passato. Ma lei e Giannini, finora, non sembrano “Sandra e Raimondo”.

Ballarò, 23.45: ancora un bel servizio, sulla ripresa della Spagna. Sulla correzione del mercato immobiliare, sugli aiuti europei, sulle sue riforme nel fisco e nel lavoro. E su chi ha saputo “sfruttare” la crisi, magari guadagnando un terzo di meno.

Ballarò, 23.40: la Mazzucato fa una lezione-bignami di economia e investmenti, distribuendo pessimismo e un vago senso di superiorità di chi ci guarda con pietà dal Sussex. La Nonino, però, pur riconoscendo molti problemi, parla di imprese che danno un grande contributo e di una necessità di riformare il mercato del lavoro, sottolineando la bontà degli interventi di Draghi sulle banche per gli accessi al credito, ora complicatissimo.

Ballarò, 23.34– Ecco la rubrica di Ilvo Diamanti, Password. La parola di oggi è giovani, “esercito di disoccupati, studenti tanti ma laureati pochi, invisibili”. E si chiede “perché non si incazzano e non si mobilitano contro i loro stessi genitori?”. Risponde con il fatto che sono “pochi e dipendono dai genitori. I più qualificati se ne vanno dal paese, li perdiamo senza ritrovarli. In Italia il domani è ieri e altrove”. Niente male.

Ballarò, 23.29: Storia interessante, lente che consente a tutti di smitizzare lo sdegno (uno dei rappresentanti rivela che la società in questione lavora in Italia da 37 anni) e a capire la situazione (un imprenditore locale dice che non avrebbe potuto rilevarlo nessuno in zona, perché strozzati da burocrazia e tasse). Brava Eva Giovannini. Pubblicità, mentre Brunetta urla e vuole intervenire.

Ballarò, 23.24: Finalmente Eva Giovannini! Il collegamento esterno con Massa Carrara ci parla di un export che vola con un +5% ogni anno e che ora vede la Marmi Carrara venduta, per il 50%, ai Bin Laden. Per 45 milioni di euro, non investiti da nessun imprenditore italiano.

Ballarò, 23.21: finalmente Brunetta parla di “telekabul” e riferito a Giannini dice “siamo a RaiTre non è cambiato niente”. Massimo Giannini quasi tira un sospiro di sollievo: il rimprovero di Brunetta, che fa la vittima, è una patente televisiva di libertà.

Ballarò, 23.05: buona anche se rigida l’intervista all’economista Thomas Piketty, autore del best seller Il capitale (non è una battuta). L’equilibrio tra studi ed esterne è una delle cose migliori di questa nuova edizione di Ballarò.

Ballarò, 22.59: Pubblicità. E ci si chiede che fine abbia fatto la brava Eva Giovannini sui Marmi di Carrara comprata dai Bin Laden. Ci siamo addormentati noi o della cosa più interessante della serata ci si è dimenticati?

Ballarò, 22.53: Ottima la scelta di limitare lo studio con molti servizi esterni. Buono anche quello di Francesca Fagnani sulla scuola, in particolare su un edificio in condizioni inquietanti e ancora non bonificato dall’amianto. Poi va a L’Aquila, dove le scuole praticamente non ci sono più. Semplice, fluido, interessante. Più degli ospiti in studio, soporiferi, va detto, già negli ultimi due anni di Floris.

Ballarò, 22.36: il primo applauso suscitato da un ospite se lo accaparra Landini con “prima lavorare significava non essere poveri. Ora lavori e sei povero”. Nel tono e nella retorica, alza il ritmo.

Ballarò 22.34: Più presente l’economia della politica. Studio fiacco e lento, servizi esterni decisamente più interessanti. Come quello di Alessio Vasta sugli ottanta euro.
Arriva la notizia di una nuova fumata nera su Bruno e Violante.

Ballarò, 22.14: Delrio parte diesel, Brunetta fa una polemica blanda con Renzi e alcune promesse mancate. Dibattito asfittico. Ci si collega con Cecilia Carpio che sull’iPad mostra l’sms con l’indicazione di voto per Consulta (Bruno e Violante) e Csm (Vitali).
La Carpio finalmente spiega bene e con brio il problema del Parlamento con queste nomine. Ecco un ottimo acquisto della trasmissione. Parte Renzi sul “lavoro basato sull’apartheid” in Parlamento. “Sinistra è combattere per il lavoro, non difendere”, nel senso di conservare.

Ballarò, 22.02: Delrio, Brunetta, Landini e Mazzucato, docente nel Sussex. E ancora Ferruccio De Bortoli, direttore del Corsera, e Antonella Nonino, “che distilla la miglior grappa d’Italia”. Poi è la volta della presentazione della dott.ssa Ghisleri, “la sondaggista di fiduciaa di Berlusconi e una che ne ha sbagliate in questi anni. Poi viene presentato il collegamento esterno con Eva Giovannini che è a Massa Carrara, nella cava Michelangelo, per raccontare il marmo “più liscio, più puro, più richiesto al mondo. Qui parliamo della Marmi Carrara, acquistata dalla famiglia Bin Laden”

Ballarò, 21.59: Durante la pubblicità si può comincire a tirare un primissimo bilancio. Ballarò è una tranquilla macchina da guerra e Giannini sembra sapere come guidarla. Certo, tenere “chiusi” Benigni in una registrata e Prodi in un intervista “uno a uno” senza guizzi – il buon Romano ha parlato di ciò che voleva e come voleva (Europa, Lavoro, Economia e su Renzi e 101 solo un paio di battute”, lo ha fatto andare con il freno a mano tirato. Serve un cambiamento di marcia.

Ballarò, 21.54: si parla di lavoro, poi dei famigerati 101. “Non mi è mai pesato quell’evento, avevo capito subito cosa stava succedendo. In Africa tutti i ministri mi facevano pollice su perché France Press già mi dava presidente della Repubblica, io rispondevo con il pollice verso e tutti ridevano. E’ stato anche divertente. Non correrò più per il Quirinale, credo si sia fatto il mio tempo e che non sia stato neanche male”.

Ballarò, 21.48: “Non serve un’Europa germanizzata, ma una Germania europea. Ma il nemico non è un paese che ha questo ruolo per suoi meriti, ma perché noi non facciamo i compiti a casa e anche per questo vedo difficile un cambiamento”. Poi parla d’Italia. “Non cresce perché quel debito pubblico crea sospetto e sfiducia nei tuoi confronti”. La ricetta? Una, “l’affidabilità”.

Ballarò, 21.45: Con Prodi si parte parlando d’Europa, alla battuta sui 101 di Benigni dedica solo un “non me li ricordo più”. Poi passa ad argomenti più seri. “Rischia di fallire l’esperimento Europa, ha paura del futuro, è disunita, non è più un riferimento per il mondo”. Nonostante i 17 minuti di Benigli, la battuta più bella la fa Romano. “Cosa dico a chi vuole uscire dall’euro? Che il suicidio risolve tutti i problemi, hanno ragione”.

Ballarò, 21.41: un Benigni meglio nella seconda parte dei suoi quasi venti minuti di monologo interrotto dalle domande-lancio di Giannini. Più oratore civile che comico, la sindrome da Divina Commedia non sembra averlo abbandonato. Chiude con uno slogan “ricordatevi del futuro” e Giannini lo saluta con “la vita è bella”.

Ballarò, 21.25: “Parlerò bene di tutti persino di Renzi” esordisce Benigni. “Anche di Berlusconi?” chiede Giannini, ammonito con un “sei un provocatore” dal toscanaccio, che poi saluta Prodi “e i suoi 101 ospiti che si porta sempre dietro”. Di Renzi dice “che uno che ha fatto vincere le elezioni al PD è capace di tutto. Ora si è calmato: chiede 1000 giorni, prima prometteva una riforma al giorno”. Continua, sempre sul premier, imbeccato dalla spalla Giannini. “È malato di riformite, ma può fare altrimenti? Deve cominciare dalla scuola, base di ogni salute e ricchezza, parliamo dei nostri figli. Il bicameralismo perfetto è una frase, una nuova scuola che non c’è una tragedia”. Poi non manca un’opinione sugli 80 euro. “Loro sono rimasti in busta paga. Scompare il lavoro però”. Benigni fa ridere poco e male, sembra un editorialista di un giornale che ogni tanto azzecca una battuta, come “ci sono banche che non arrivano alla fine del mese”. Giannini continua a chiamarlo “signor Benigni” e gli chiede di Draghi. “Mario Draghi è il mio preferito: è estroso, vispo, è il più italiano dei tedeschi. Lui anche nel nome e cognome unisce la quotidianità alla leggenda, quello che deve fare lui, riuscire nell’impossibile”. Continua sul capo della Bce. “Lo chiamano supermario perché quando riesce a far passare una sua proposta si strappa la camicia”. Non manca neanche lo “spiegone” dell’Europa: benignaccio ormai è un bravo maestro di campagna che spiega Dante, la costituzione e ora l’unione europea. “L’Europa è un sogno: c’è solo una cosa più bella di amare la propria patria, amare il mondo”.
Si va sul PD, in particolare dell’Emilia Romagna. “Ma tanto Renzi non vuole occuparsi di partiti avversari, no? Ma lì al nord c’è troppa malavita, speriamo non scenda al sud: vedi gli scandali dell’Expo, del Mose, l’Emilia”.
Arriva il solito Berlusconi. “Un po’ di consensi l’ha persi: si sa, in Italia dopo un ventennio si cala. Ma sono vent’anni che pure io rispondo su di lui. Non facciamoli diventare 21”. Ma poi parla del patto del Nazareno. “Ricordo i tanti che dissero: ma come l’uomo più importante della destra nella sede del Pd? E pensa, poi arrivó anche Berlusconi!”.
Ancora sul Pd. “Meno male che c’è, è l’unico partito che fa opposizione a Renzi! Cosa succederebbe se non lo facesse?”.

Ballarò, 21.24: Arriva Romano Prodi, standing ovation. Ma prima parte Roberto Benigni.

Ballarò, 21.18: bella la nuova siglia, – “sarà un Ballarò 2.0- dice Giannini – grazie a Ivano Fossati per averla arrangiata” -, poi il coduttore lancia la copertina di Alessandro Poggi, con una rincorsa, a Cernobbio, di un Letta infastidito dall’assenza di Renzi, e un Prodi che fa footing. Sembra piacere anche a Giannini e soci lo stile, rincorri il no comment. Qui è Casaleggio a dire “non rilascio interviste”. Brunetta invece risponde “i premier malati di convegnite non servono. E poi lui sa tutto”. Non manca neanche il barcaiolo che ci dice dove sono le ville di Clooney, Versace, Milva e Berlusconi sul lago di Como. Non manca neanche Monti che ci dice che “l’Italia ce l’ha fatta da sola a uscire dalla crisi e ce la farà a ritrovare la sua crescita se le riforme strutturali saranno tempestive”. Arriva poi il menù del meeting di Cernobbio, bella l’idea di mettere di fronte ai potenti, geograficamente e televisivamente, la ruspante sagra d’autunno con il listino dei suoi alimenti ben meno raffinati, con tanto di balli di gruppo. Per ora servizi “leggeri”.

Ballarò, 21.13: Qualche secondo di Benigni chiudono questa anteprima. Il comico scherza sul seno nudo della ministra Giannini in spiaggia – “non succedeva dai tempi di Spadolini” – e sul cambio alla guida della trasmissione, “da quando c’è Massimo non mi perdo una puntata”

Ballarò, 21.10: dopo l’editoriale in penombra, piuttosto didascalico, dietro una scrivania che sembrava una cattedra, il “maestro” Giannini lancia il servizio di una delle sue inviate, Notarianni. Inizio appesantito da ringraziamenti e dichiarazioni di intenti non particolarmente sorprendenti. Inevitabile

Ballarò, 21.04: inizia qualche secondo in anticipo. “Nel paese dei gattopardi e dei caimani comunque qualcosa cambia”, così comincia Giannini, e per prima cosa ringrazia Giovanni Floris, chiamando l’applauso per lui “è giusto, lo merita, non sono uno di quei giornalisti rancorosi, gli faccio il mio in bocca al lupo”. Poi ringrazia la Rai “piena di talenti e che deve riconquistre l’orgoglio di ciò che è”. Definisce i suoi azionisti di maggioranza “i cittadini, non i partiti. E la verità, su cui ultimamente si è depositata una cortina fumogena: non vogliamo fazioni o manipolazioni”.

Ballarò, 20.40: la copertina un tempo di Maurizio Crozza sarà affidata a Roberto Benigni. Che viene in trasmissione gratis.

Marco Cantile/LaPresse
Marco Cantile/LaPresse

Per la prima volta dalla sua nascita, Ballarò cambia conduttore. A Giovanni Floris che va a La7 a far concorrenza alla sua creatura, succede Massimo Giannini. Che, come ha già dimostrato in conferenza stampa, ha preso molto sul serio la sua nuova avventura. E oggi comincia da Prodi, Benigni e Delrio.

 

Chiude con uno slogan “Ricordatevi del futuro”. E il conduttore gli risponde con “La vita è bella”

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