Roma, la Metro C e le modifiche per favorire i palazzinari

Roma, il tragitto della Metro C fu modificato dalle precedenti giunte per “esigenze relazionali”: ovvero, conferma l’assessore di Roma Capitale per la Mobilità, Guido Improta, per andare incontro alle esigenze e ai desiderata di importanti imprenditori del cemento che nella zona di Roma Est la fanno da padrone, e non certo da ieri. Sull’Espresso di questa settimana c’è un vasto reportage sullo stato dell’avanzamento dei lavori della Metro C e un breve colloquio con l’assessore alla mobilità della giunta di Ignazio Marino.

ROMA, METRO C, LE ANOMALIE – Una situazione, quella della terza metro a Roma, piena di “anomalie“, dice uno degli assessori su cui c’erano più attese da parte della cittadinanza ma che fino a questo momento si è trovato impastoiato in una serie di cause, di inciampi e di difficoltà tali da impedirne un’efficace azione amministrativa. “Nel concetto di anomalia l’assessore mette in fila tutte le storture della Metro C, a cominciare da un progetto modificato per «scelte relazionali” nei confronti dei costruttori e immobiliaristi abituati a dettare legge a Roma”, scrive l’Espresso virgolettando Improta. Innanzitutto l’anomalia di un tracciato della Metro C modificato per correre sostanzialmente parallelo alla ferrovia Roma-Pantano, un doppione con poco senso al quale bisognerà trovare un utilizzo quando la terza linea della metro entrerà a regime – ma quando? L’esercizio fino a Centocelle aprirà in ottobre, fino a San Giovanni entro il 2015. Il resto si vedrà.

METRO C, LO STATO DELL’ARTE – Chi beneficerà da una metropolitana fatta in questo modo ha un nome e un cognome, scrive l’Espresso: “La Metro C è costruita da un consorzio guidato dalla Vianini di Francesco Gaetano Caltagirone, va verso i terreni che in parte sono di Caltagirone e pagherà bollette maggiorate all’Acea, controllata dal Comune ma partecipata da Caltagirone”. Un’ulteriore anomalia è quella decisa proprio da Improta: far entrare in esercizio la metro ancora prima che il servizio arrivi a San Giovanni. “Fare arrivare la gente a Centocelle e portarla con la navetta a Termini o a San Giovanni può essere considerata una fesseria ma mi serviva per scardinare il meccanismo dell’incompiuta. Il tempo lavora contro di noi e a favore delle imprese perché le garanzie vanno a scadenza”, dice Improta: si sta trattando con la società privata Roma Tpl la quantità e la qualità del servizio navetta che porterà i passeggeri da Centocelle a Termini. Nel frattempo ai costruttori sono stati già assegnati quasi 370 milioni di Euro di extracosti; l’idea è quella di portare la Metro C almeno fino a Piazza Venezia (in realtà, l’ideale sarebbe il capolinea a Piazzale Clodio). I soldi ci sono, almeno per la seconda tratta;  “ma il destino della zona più centrale della C è legato a una questione politica. La giunta Marino sta spingendo sul general contractor perché i lavori chiudano entro il 2018 e non al 2020, quando gli eletti in Campidoglio potrebbero essere altri

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