Galan massone, la richiesta M5S al ministro: «Verifichi se tra i fratelli ci sono magistrati»

La notizia dell’affiliazione dell’ex governatore veneto Giancarlo Galan al Grande Oriente d’Italia, l’ordine massonico più antico d’Italia, non dev’essere affatto piaciuta dalle parti del Movimento 5 Stelle. Otto deputati del partito di Beppe Grillo hanno infatti presentato un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro dell’Interno Angelino Alfano per chiedere chiarimenti sull’eventuale adesione alla stessa loggia di magistrati o di altri funzionari pubblici (come membri delle Forze Armate, della Guardia di Finanza o dell’Arma dei Carabinieri) che avrebbero potuto depistare le indagini per l’affaire che ha condotto all’arresto dell’onorevole di Forza Italia per tangenti.

 

Conferenza stampa di Giancarlo Galan(Foto: Roberto Monaldo / LaPresse)

 

L’EX GOVERNATORE ABBANDONA LE RIUNIONI – Il caso è emerso precisamente lo scorso 24 luglio, quando il Corriere del Veneto ha dato notizia della richiesta di Galan al Grande Oriente (richiesta avanzata due giorni dopo essere stato raggiunto da ordinanza di arresto) di «entrare nel sonno», ovvero di allontanarsi dall’obbedienza alla loggia, di abbandonare temporaneamente riti e riunioni. La storia raccontata dal quotidiano veneto è valsa come la conferma delle voci sull’affiliazione di Galan alla massoneria (fino ad allora solo presunta) ed è stata seguita, il giorno dopo, da un’intervista rilasciata (allo stesso giornale) da Stefano Bisi, il Gran Maestro al vertice della fratellanza, il quale ha parlato di un’iscrizione alla loggia del governatore risalente a 15 anni fa. Oggi la vicenda arriva in Parlamento, all’attenzione del Viminale.

«NON SI PUÒ ESLUDERE IL DEPISTAGGIO» – A farsi vivi a Montecitorio sono i deputati Arianna Spessotto (prima firmataria dell’interrogazione) ed Emanuele Cozzolino, Francesca Businarolo, Marco Brugnerotto, Federico D’Incà, Diego De Lorenzis, Marco Da Villa e Silvia Benedetti. «Si ammette – fanno sapere ad Alfano i pentastellati nel testo datato 7 agosto – da Stefano Bisi che Galan è appartenuto alla massoneria fino a pochi giorni orsono, cosa che suscita curiosità senz’altro come outing pubblico di un fratello massone su un altro fratello». «L’inchiesta penale veneziana sul Mose – argomentano i deputati M5S – sta delineando in queste settimane un quadro fosco e preoccupante di intrecci tra funzionari pubblici corrotti e concussi, politici e imprese corruttrici, uomini di assoluto rilievo dei servizi segreti e delle forze di polizia, quasi una sorta di polizia parallela, infedele che ostacolava le indagini dei pubblici ministeri veneziani; non si può escludere l’esistenza di una rete pervasiva e devastante operante in Veneto, e non solo lì, per la copertura e il depistaggio sulle gravi violazioni penali seriali condotte per l’affaire Mose». I 5 Stelle fanno riferimento in particolare ad una sentenza (n. 1563/98) della Cassazione, 5a sezione penale, nella quale si spiega che – riportano ancora i deputati – «l’affiliazione alla massoneria di un magistrato o di un ufficiale di polizia giudiziaria preclude di per sè l’imparzialità».

«VERIFICARE GLI ELENCHI IN PREFETTURA» – Quindi i pentastellati lanciano l’allarme: «L’appartenenza del Galan alla massoneria – scrivono – non può non destare molta preoccupazione in relazione all’eventuale appartenenza alle logge di funzionari pubblici e in particolare appartenenti alle Forze armate, Guardia di finanza e Arma dei carabinieri, con funzioni di polizia e di polizia giudiziaria, e inoltre alla magistratura». Infine, mettono nero su bianco due richieste al Ministro. In primo luogo: «Acquisire elementi presso le prefetture del Veneto per verificare, presso gli appositi elenchi, se risulti la presenza di affiliati alle logge massoniche di magistrati e appartenenti alle Forze armate con compiti di polizia». In secondo luogo: «Promuovere iniziative disciplinari urgenti, ove ne sussistano i presupposti nei confronti di magistrati e appartenenti alle Forze armate per i quali si verifichi l’eventuale sovrapposizione di appartenenza a logge massoniche e di sottoposizione ad avviso di garanzia per reati attinenti allo scandalo Mose». Va precisato che gli elenchi degli iscritti alla massoneria (il Grande Oriente neo conta circa 22mila) devono essere depositati in prefettura per legge. Ora parola al ministro.

(Foto: Mauro Scrobogna / LaPresse)

Share this article