L’egoismo è una malattia?

L’educazione non c’entra: chi non è generoso sarebbe vittima di una disfunzione genetica

Su Repubblica Federico Rampini ci racconta che essere egoisti significa essere sfortunati due volte:

Un’importante ricerca pubblicata sulla rivista scientifica PLoS, e ripresa dal Wall Street Journal, dimostra in modo convincente che siamo programmati biologicamente con un “gene dell’altruismo”. Almeno: molti di noi ce l’hanno, attivo e funzionante. Mentre sono gli “egoisti alla nascita” la vera anomalìa, perché vittime di una disfunzione genetica.

ISTINTO – Essere generosi, altruisti rende più felici? E’ quello che hanno raccontato i bambini protagonisti dell’esperimento che ha dato vita allo studio:

Questo è il risultato dell’esperimento condotto da un’équipe di psicologi in un laboratorio israeliano, sotto la guida del professor Reut Avinum della Hebrew University. Il test è semplice, comincia con 136 bambini di età compresa fra i 3 e i 4 anni. Uno alla volta, ogni bambino entra da solo in una stanza arredata come la sala- giochi di una scuola materna. Gli vengono consegnate sei confezioni di adesivi colorati. «Puoi tenerli tutti per te — gli spiega l’istruttore — oppure puoi darne qualcuno a un altro bambino, che non ne ha». Gli “sticker” colorati rappresentano immagini belle, attraenti. Nessun altro coetaneo appare nella stanza, quindi il bambino non ha la più pallida idea di chi sarebbe il beneficiario del suo dono eventuale. Gli si chiede uno sforzo d’immaginazione notevole per quella età, la sua generosità deve esercitarsi a favore di un essere astratto. Eppure il risultato del test è inequivocabile: i due terzi dei bambini scelgono di lasciare qualche confezione ad altri, solo perché gli è stato detto che da qualche parte esistono dei bambini che non hanno alcun adesivo. Non ci sono differenze tra maschi e femmine. Alcuni addirittura rinunciano alla totalità del dono. Interrogati sul perché di questo altruismo estremo, rispondono: «Perché è così che ci si sente più felici».

NON E’ EDUCAZIONE – Se in questo momento guadate i vostri rampolli e pensate: “I miei ragazzi sono così, li ho educati bene”, allora è il caso di ridimensionarvi. Infatti le “istruzioni per l’uso” che ogni genitore fornisce alla propria prole non influiscono sull’altruismo dei figli, è il Dna bellezza:

Tutto merito dell’educazione ricevuta in famiglia? Nient’affatto. Gli psicologi israeliani hanno individuato un gene, Avpr1a, che “regola nel cervello ormoni legati ai nostri comportamenti sociali”, incluso l’altruismo e lo spirito cooperativo. Usando la tecnologia di risonanza magnetica che consente di raffigurare in immagini la nostra attività cerebrale, gli stessi scienziati hanno osservato che ad ogni atto di generosità il gene Avpr1a rilascia neurotrasmittenti simili alla dopamina, che producono una sensazione di benessere fisico. Alla stessa conclusione è giunta una ricerca indipendente, condotta alla University di Washington e anch’essa pubblicata sulla rivista PLoS: in quel caso addirittura sono stati identificati riflessi altruisti e un senso di “equità” in bambini di soli 15 mesi, misurando la loro voglia di condividere il giocattolo favorito. È tra quei bambini che si rifiutano di donare e invece vogliono tutto per sé, che gli scienziati individuano l’eccezione alla norma: che si spiega con una variazione nel gene Avpr1a. Queste ricerche confermano l’interesse crescente degli studi scientifici nel campo dell’altruismo, un ambito che sta attirando finanziamenti come quelli della Templeton Foundation in favore della Science of Generosity Initiative. Lo studioso di Harvard Yochai Benkler nel suo saggio “The Penguin and the Leviathan” allarga il discorso a tutte le scienze sociali e all’economia. La teoria dell’evoluzione, se applicata non solo alla biologia individuale ma alla selezione dei gruppi e delle specie, dimostra che prevalgono le società e organizzazioni complesse dove si esalta

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