La pasta alla carbonara l’hanno inventata gli americani

21/07/2014 di Alessio Barbati

“La vera carbonara è made in Usa”. Titola così Laura Larcan il suo pezzo sul Messaggero e qualcosa di vero potrebbe esserci. Un’affermazione che getta nello sconforto l’orgoglio culinario dei romani che vedrebbero sottrarsi il piatto forte della loro tradizione. Una “scomoda verità” che obbliga tutti noi ad indagare su questo presunto furto degli Stati Uniti ai danni delle osterie romane.

COSA SAPPIAMO – Per capire cosa c’è di vero in tutto questo dobbiamo partire da una verità inconfutabile: prima del 1944 la carbonara non esisteva. Lo dice Emilio Dente Ferracci, archeologo e storico della cucina e lo confermiamo noi, che abbiamo cercato dappertutto nel disperato tentativo di smentirlo, ma niente. Nemmeno nella bibbia della “Cucina romana” di Ada Boni, risalente al 1930, nessuna traccia. Niente di niente.

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LE ORIGINI – L’origine della pasta alla carbonara risiederebbe nella “Razione K” che Ancel Keys, biologo e fisiologo statunitense, inventò nel 1942 per garantire una dieta adeguata alle truppe alleate. Bernardino Zapponi, sceneggiatore di Fellini Risi e Monicelli racconta che i soldati americani accompagnavano la “Razione K”, nello specifico il tuorlo d’uovo in polvere e il bacon con gli spaghetti per aumentare la dose di carboidrati. Secondo le testimonianze riportate da Larcan «All’epoca della liberazione – dice Ferracci – Zapponi aveva 18 anni, faceva il giornalista e seguiva gli americani ovunque» «Zapponi mi disse che c’era una trattoria in via di Tor Millina – racconta Ferracci – molto frequentata dagli americani, e che il proprietario un giorno comprò alla borsa neraun camion di aiuti alimentari pieno di Razioni K che usarono per preparare gli spaghetti».

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IL NOME – Anche sul nome ci sarebbe una spiegazione, se pensavamo tutti che fosse stata inventata dai carbonai, in romanesco carbonari, forse dovremmo ricrederci. “Per sbarcare il lunario, settant’anni fa, la gente cucinava per strada su fornelletti alimentati a carbone” spiega Ferracci. Che la storia convinca o meno, è comunque un’ipotesi da prendere in considerazione, e forse nemmeno troppo infondata. La versione americana veniva preparata con quel “yolk egg powder” disidratato e grattato, a cui si aggiungeva un po’ d’acqua per creare una cremina. La famosa “cremina” tipica della carbonara.
C’è da dire, forse con un po’ di risentimento, che loro la mangiavano a colazione, e sopratutto, pensa qualcuno sui social network “noi la sappiamo fare e loro no”.

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