Douglas Zembiec: la misteriosa morte di un eroe americano

Douglas Zembiec secondo chi lo ha conosciuto era un guerriero nato, un marine tutto d’un pezzo che ha raccolto decorazioni come pochi per la sua intraprendenza in battaglia. È morto in silenzio e in segreto un vicolo di Baghdad anni fa, mentre lavorava per la CIA, che solo ora lo onora pubblicamente.

Il funerale di Douglas Zembiec ad Arlington (foto arlingtoncemetery.net)
Il funerale di Douglas Zembiec ad Arlington (foto arlingtoncemetery.net)

UN MARINE – Zembiec era un vero marine americano, come quelli che si vedono nei film. Un gurrierro senza incertezze, prestante, sprezzante del pericolo e pugnace.Uno che pensando al giorno del 2004 nel quale si guadagnò una medaglia come «il più bel giorno della mia vita»,  trascorso al commando di una compagnia dei marine lanciata nel pieno della battaglia per Falluja, trascinandola avanti anche se ferito.

IL RICONOSCIMENTO DELLA CIA – Ora è il suo nome è anche sul libro degli eroi della CIA, e ha una stella nel memoriale degli eroi dell’agenzia, che ci ha messo un po’, ma alla fine ha riconosciuto pubblicamente il suo valore. Non è che succeda spesso, per lo più gli eroi dell’agenzia sono ricordati in un registro segreto, sul quale per alcuni non è nemmeno indicato il nome, non si sa mai. Ma Zembiec era già un eroe americano quando nel 2007 la CIA lo ha arruolato per tornare a Baghdad e lui ha accettato con entusiasmo.

LA MORTE A BAGHDAD – Ma non erano i suoi marine e le battaglie del nucleo di uomini con il quali avrebbe dovuto contrastare la violenza settaria nella capitale irachena non erano nemmeno americani, così pochi mesi dopo il suo ritorno in Iraq Zembiec è morto a 34 anni in un agguato in un vicolo di Baghdad, dove è morto colpito alla testa mentre i 5 uomini che lo accompagnavano sono rimasti feriti. Ora arriva anche il riconoscimento pubblico del suo servizio nello Special Activities Division’s Ground Branch della CIA, una delle tante formazioni paramilitari dell’Agenzia. Che ora ha finalmente deciso di onorarlo pubblicamente perché a Baghdad con la sua attività ha salvato la vita a un buon numero di persone, facendone così uno dei pochi americani che sono stati insigniti di riconoscimenti al valore sia dall’esercito che dalla CIA.

 

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