Pedofilia, quei mille siti in black list

10/10/2011 di Redazione

La Polizia postale racconta le indagini sui crimini contro i minori

‘Il vero problema e’ quello dell’inseguimento del sito pedopornografico: e’ una lotta contro il tempo per intervenire e chiudere quelle pagine’. Lo dice all’Adnkronos Elvira D’Amato, vice questore aggiunto Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, spiegando che ‘un sito puo’ avere una durata brevissima, spesso solo poche ore o giorni. Di media non durano un mese e lo stesso sito migra, nel senso che viene chiuso su un indirizzo e spostato su un altro’.

IN CRESCITA LE ATTIVITA’ – ‘Rispetto al 2010 -rimarca la responsabile del Centro nazionale antipedofilia sulla rete- abbiamo registrato un incremento del 20% circa delle attivita’ sviluppate nel nostro monitoraggio del web e attualmente sono gia’ inseriti nella ‘black list’ 1.021 siti su tutta la Rete. Questo dato -precisa D’Amato- corrisponde pero’ a un flusso molto piu’ alto di informazioni ed e’ il risultato di svariate migliaia di dati che abbiamo processato’.  ‘La realta’ italiana -sottolinea D’Amato- dice che in 12 anni sono stati oscurati circa 180 siti pedopornografici aperti in Italia. Tutti questi casi hanno significato una vera e propria investigazione di polizia giudiziaria che si e’ conclusa con l’assicurazione dei responsabili alla giustizia e la chiusura dei siti’.

ON LINE – ‘Il problema della pedofilia on line -assicura D’Amato- e’ continuamente monitorato dalla polizia postale e ci vede impegnati in una lotta portata avanti anche nell’ambito della collaborazione internazionale di polizia. I siti da noi inseriti nella ‘black list’ -ricorda la responsabile del Centro nazionale antipedofilia sulla rete- vengono quotidianamente trasmessi ai provider italiani che per legge devono attivare entro sei ore procedure di filtraggio, ovvero sistemi che non consentano la visione dei siti. In luogo di quei portali, si apre una pagina con la scritta in italiano e in inglese, che indica lo stop alla navigazione, come accade in altri Paesi europei. Il sistema dei ‘filtri’ e’ fondamentale -rimarca- perche’ consente di assicurare subito la navigazione protetta’.

LA PREVENZIONE – Sul fronte della prevenzione, spiega D’Amato, ‘oltre alle iniziative messe in campo nelle scuole e in altre sedi, consigliamo ai genitori di dialogare con i figli, per poterli controllare o guidare nella navigazione. I minori sono ad alto rischio adescamento, soprattutto attraverso i social network, che frequentano in eta’ troppo precoce. Ci sono bambini che aprono il proprio profilo a 9 anni -fa notare il vice questore aggiunto- ma per facebook, ad esempio, e’ vietato farlo prima di aver compiuto 13 anni’.

LE DENUNCE – ‘E’ pero’ un dato incoraggiante -segnala la responsabile del Centro nazionale antipedofilia sulla rete- il fatto che e’ aumentata la capacita’ di denuncia da parte dei genitori e degli stessi ragazzi. Oggi -conclude- e’ anche piu’ facile raggiungerci e sporgere denuncia: siamo in tutti i capoluoghi di regione e provincia, ma si puo’ interpellare la Polizia Postale anche sul web, sul sito della Polizia di Stato, Commissariato di polizia online’. (adnkronos)

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