Mario “Il Falco” Ferri a La Zanzara: «Gli sponsor mi hanno pagato l’invasione di campo»

Mario Ferri, detto Falco, diventato famoso in tutto il mondo per l’invasione di campo nel primo tempo di Belgio-Stati Uniti, ultimo ottavo di finale dei Mondiali 2014, intervistato da La Zanzara, programma di Radio 24, ha rivelato che andare in Brasile ha avuto 3.000 euro dagli sponsor e che grazie alle invasioni in Italia gli pagano le serate, aggiungendo che lui non è pentito per ciò che ha fatto in quanto la sua è una marachella.

(Gettyimages AFP PHOTO/ FRANCISCO LEONG)
(Gettyimages AFP PHOTO/ FRANCISCO LEONG)

UNA MARACHELLA – Ferri, intervistato da La Zanzara, ha spiegato di non essere pentito di essere entrato allo stadio di Salvador de Bahia in sedia a rotelle e se la prende con i giornalisti che lo criticano mentre i politici fanno di peggio:

«non sono pentito di esser entrato con la sedia a rotelle. Ho finto di avere un ginocchio rotto ma posso pure rompermelo domani. Leggo troppe critiche dei giornalisti e che dovrei vergognarmi, ma allora i politici italiani cosa devono fare? Fanno di peggio. Ho fatto una marachella, volevo mandare un messaggio sulle favelas e su Ciro e l’unico modo era arrivare a bordo campo. Ora tutti a fare i moralisti, però ne state parlando».

 

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L’AIUTO DEGLI SPONSOR – I conduttori, Giuseppe Cruciani e David Parenzo, chiedono all’uomo se ha degli sponsor, con Ferri che risponde affermativamente:

«Sì, sulla maglietta da Superman. Per venire in Brasile ci sono voluti 3mila euro e io non sono ricco. L’invasione è stata fatta anche per mettere in risalto gli sponsor, lo ammetto. Ma sono dei locali di Pescara, non stiamo parlando di multinazionali. Dietro c’è anche un mio … vogliamo chiamarlo esibizionismo? Mi piace correre dentro il campo. Ci sono ragazzi che magari vanno a rubare e fanno cose molto più sbagliate, io preferisco correre dentro i campi. Non c’è niente di male, perché mi attaccano?»

UN GUADAGNO D’IMMAGINE – Falco spiega anche di essere senza un lavoro e che quanto fatto a Salvador de Bahia lo aiuterà a costruirsi un’immagine, ribadendo che non ritiene di aver fatto niente di grave:

«Certo ci guadagno in immagine, ma non vedo cosa ci sia di grave con quello che succede in Italia. Ho 27 anni e non ho un lavoro, è un modo per cercare lavoro. Quando torno, farò le cose che mi piacciono. Da una vita che faccio la discoteca, magari alle serate che organizzo ci verrà più gente. Ma non è che divento il nuovo Berlusconi»

E per quanto riguarda le famiglie di disabili arrabbiate per il suo gesto e per il fatto che abbia finto un ginocchio rotto, Ferri rilancia spiegando che la scritta per Ciro Esposito è stata gradita a Napoli:

«Sono consapevole dei pro e dei contro, ma da Napoli per le parole su Ciro mi stanno riempiendo di complimenti»

(Photocredit copertina Gettyimages-AFP PHOTO / MARTIN BUREAU)

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