Tezenis: ti ammazzo di botte se chiedi lo stipendio

03/10/2011 di Redazione

Custodia cautelare per la titolare di un centro commerciale a nord di Roma

I Carabinieri della stazione Roma Nuovo Salario hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, per estorsione e lesioni, nei confronti di una donna di 38 anni titolare di un negozio all’interno di un centro commerciale a nord di Roma.

LA VIOLENZA – Il provvedimento cautelare, emesso dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Antonio Calaresu, e’ conseguente alla querela presentata ai Carabinieri, nei confronti della titolare del negozio, lo scorso mese di aprile, da una sua dipendente, in cui la ragazza ha denunciato che la 38enne le aveva usato violenza e minaccia per costringerla a sottoscrivere le dimissioni dal lavoro. La vicenda era stata resa nota da un servizio della trasmissione ‘Le iene’ ed aveva avuto risonanza mediatica anche per i sit-in di solidarieta’ organizzati al centro commerciale dai colleghi della commessa.

LA STORIA DI TEZENIS – La storia l’abbiamo raccontata qui:

Sara è una commessa che, dopo un mese di lavoro, ha totalizzato una quantità di ore di straordinario non retribuito davvero significativa. Ore che però la titolare rifiuta di pagarle: “Lo straordinario non si paga, o così o te ne vai”. Lei resta, ma pochi giorni dopo è la titolare a chiederle di prendere la porta; al suo rifiuto, la ragazza viene sbattuta in un camerino e massacrata a sangue: “Guarda che io ubbidisco solo al Duce”, le dice mentre la picchia, e il servizio delle Iene mostra il referto del Policlinico che parla di fratture multiple e la perizia neuropsichiatrica che afferma l’insorgere di complicanze quali attacco di panico e paura diffusa e immotivata. Insomma, non proprio una passeggiata vendere reggiseni e completini a Porte di Roma.

Diventò virale dopo qualche tempo:

La commessa trova il coraggio per denunciare la vicenda alle forze dell’ordine, e ora si aprirà il processo: anche la titolare del negozio, incontrata dalla Iena Paolo Calabresi vicino al busto del duce che campeggia vicino a casa sua . Intanto, è la solidarietà sulla rete a prendere provvedimenti autonomamente: un flashmob autoconvocato davanti al negozio per le 16 del sabato pomeriggio – ora di punta, che più non si può, riesce a tenere chiuso l’esercizio commerciale: e non pochi devono essere i soldi che la rabbia della rete è riuscita a sottrarre alle casse del negozio.

I SOCIAL NETWORK – Come di consueto, la protesta spontanea si organizza sui social network: il gruppo “Tutti uniti contro Vera Emilio, difendiamo Sara”, conta più di 3000 aderenti, e ha stampato un volantino, che è stato distribuito in tutto il centro commerciale prima del flashmob:

Sul social network c’era anche chi conferma l’esperienza di Sara.

io ci ho lavorato 8 anni fa co sta merda di donna a calzedonia.non c era mai al negozio veniva solo a fare le vetrine e ogni volta che veniva veramente sembrava il duce.se sente na gran figa quando limortacci sua prima de rifasse la bocca e quel naso c aveva na frappa sembrava pippo franco!cmq tutta la famiglia è MARCIA.

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