Barbara D’Urso e Pupo: e il flirt finisce in tribunale

Barbara D’Urso ha perso la causa di diffamazione da lei intentata contro Pupo. La sentenza, ripresa dal Messaggero, è della prima sezione civile del tribunale di Roma. La conduttrice televisiva aveva chiesto a Pupo un risarcimento danni per diffamazione in quanto lamentava un’offesa per alcune dichiarazioni rilasciate dal cantautore nel corso di una diretta telefonica a Sky Sport 24, il 22 agosto 2010.

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LA STORIA D’AMORE EVOCATA DA PUPO – Pupo, all’anagrafe Enzo Ghinazzi, aveva detto che la sua canzone, «La storia di noi due», usata dall’emittente televisiva come sottofondo di uno spot con alcuni giocatori, tra cui Cassano e Vucinic, che apparivano prima in forma e poi imbruttiti e ingrassati, era stata scritta proprio per Maria Carmela D’Urso, detta Barbara:

«una grande donna di Mediaset che fa la conduttrice e con cui ho avuto un flirt: Barbara D’Urso. Io l’ho scritta, parole e musica, per lei, è stato un momento in cui le ho dedicato questa canzone e questa è la prima volta che lo dico, ma è così. Quando l’ho scritta Barbara era come Cassano vero, ora è Cassano finto»

 

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LA RABBIA DELLA D’URSO – Queste parole non sono però piaciute alla conduttrice anche perché a seguito dell’intervista si scatenò una campagna stampa con diversi articoli di gossip che, secondo lei, avevano violato la sua reputazione e la sua riservatezza. In una seconda intervista Pupo, accusato d’ineleganza per aver rivelato la storia, si è difeso così:

«da noi in campagna è più inelegante mettersi sul trespolo a sparare giudizi snob e spocchiosi senza informarsi piuttosto che rischiare di essere fraintesi […] io, abbastanza vecchietto, ma anche la D’Urso, come un Cassano e un Vucinic finti, racconteremo il nostro dolcissimo flirt e le perfette regole degli amanti»

Queste dichiarazione vennero ritenute gravemente offensive e per questo aveva chiesto a Pupo 50.000 euro di risarcimento, ricostruendo a modo suo in un’intervista rilasciata a Vanity Fair la storia tra i due, rimpiangendo di aver chiamato Pupo come concorrente del reality da lei condotto «La Fattoria»:

«Sì come no, e in quel periodo stavo anche con Bombolo e Alvaro Vitali»

NESSUNA DIFFAMAZIONE – Per il giudice Silvia Albano però non c’è stata alcuna diffamazione, anzi:

«la dichiarazione relativa all’esistenza di una breve relazione tra i due non può avere alcun contenuto diffamatorio o lesivo dell’onore dell’attrice perché la stessa nel medesimo contesto viene definita una grande donna tanto che ha ispirato la sua canzone d’amore. Né può ritenersi che abbia carattere gratuitamente offensivo l’allusione al Cassano vero e al Cassano finto, trattandosi di un inoffensivo scherzoso paragone con il tema della trasmissione sportiva»

Il diritto alla riservatezza poi non può essere riconosciuto perché la D’Urso è un personaggio pubblico e Pupo non ha rivelato aspetti intimi del loro rapporto ma solo l’esistenza di un flirt che avrebbe ispirato l’attività artistica del cantante. Secondo il giudice, poi

«riveste senz’altro interesse, per un certo pubblico, conoscere il soggetto che ha ispirato la composizione artistica»

La D’Urso non si è vista riconoscere neanche la circostanza secondo cui nel 1981 aveva una relazione stabile con un altro uomo in quanto per il giudice la cosa non può essere presa in considerazione. La domanda è stata dichiarata inammissibile e la D’Urso si trova ora costretta a pagare 4.000 euro di spese processuali. Intanto Pupo non ha commentato la sentenza ma ha detto di aver inviato un biglietto di auguri alla donna per il suo compleanno. (Photocredit Lapresse)

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