Conchita Wurst: la drag queen che fa discutere tutta Europa

Dopo la sua vittoria all’Eurovision Song Contest, l’Europa intera non fa che parlare di Conchita Wurst. Ad aggiudicarsi la kermesse canora del Vecchio Continente quest’anno è stata lei, la drag queen austriaca che in gara ha trionfato con la canzone «Rise Like a Phoenix» («Risorgi come una fenice» NdR), e che sta facendo discutere mezza Europa a causa del suo aspetto.

Conchita Wurst

CONCHITA WURST E THOMAS NEUWIRTH – All’anagrafe, Conchita Wurst risponde al nome di Thomas Neuwirth, nato nel 1988 a Gmunden, in Austria. Conchita, invece, è nata molto più tardi – come scrive sul suo sito web – «sulle montagne della Colombia ed è cresciuta in Germania, dopo anni di discriminazione contro Tom» prima di cominciare a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo. Conchita non è un transessuale: non prende ormoni e non ha fatto nessun tipo di intervento per diventare donna. Si definisce «gender neutral», ovvero neutrale rispetto alla definizione di uomo e donna, anche se preferisce pronomi e aggettivi declinati al femminile. Conchita, si legge ancora sul suo sito personale, nasce come «una dichiarazione di tolleranza, perché non si tratta di apparire, ma di essere un essere un mano. Ognuno dovrebbe vivere la vita come meglio crede, a patto che nessuno si faccia male o ci siano limitazioni nel proprio modo di vivere». Ed è proprio a questo principio di libertà e tolleranza che Conchita Wurst ha dedicato la sua vittoria: «A tutti coloro – ha detto, alzando il trofeo – Che credono in un futuro di pace e libertà… Siamo un’unità e non possiamo essere fermati».

Guarda le foto: 

CONCHITA WURST, LA DRAG QUEEN E LE POLEMICHE – Conchita Wurst ha trionfato all’Eurovision Song Contest grazie al sostegno delle drag queen che, nei giorno precedenti alla grande finale della kermesse in Danimarca, hanno sostenuto la cantante. Ma la sua vittoria, oltre che a catalizzare i commenti positivi delle comunità LGBT di tutto il mondo, ha scatenato anche un’ondata di polemiche anche da parte del mondo politico. Già nei giorni precedenti alla serata conclusiva, dalla Russia si era levata la voce di Vitaly Milonov, parlamentare russo che, come sottolinea l’Independent, è stato uno dei fautori della famosa legge “anti propaganda gay” del governo di Putin. Parlando di Conchita Wurst, Milonov aveva definito la sua partecipazione al festival come «un insulto per milioni di russi», che trasformava la kermesse canora in una «sfilata gay di dimensioni europee».

 

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Guarda il video dell’esibizione di Conchita Wurst:

CONCHITA WURST E IL MESSAGGIO A PUTIN – Conchita però ha risposto senza censure, rivolgendosi direttamente al presidente russo Vladimir Putin: «Non so se sta guardando  – ha detto nel corso della conferenza stampa di sabato – Ma se lo sta facendo lo dico chiaramente, non possiamo essere fermati. Sogno davvero un mondo in cui non dobbiamo per forza parlare di cose non necessarie come la sessualità, da dove vieni e chi ami». Il suo stesso nome d’arte, «Wurst», è preso di peso da un’espressione tipica della lingua austriaca che significa più o meno «chissenefrega», a riprova del suo essere totalmente indifferente al giudizio altrui.

Guarda il video della vittoria di Conchita Wurst:

CONCHITA WURST E I COMMENTI IN ITALIA – E la vittoria di Conchita Wurst è stata ampiamente discussa anche in Italia – dove generalmente l’Eurovision Song Contest passa quasi inosservato. In molti si sono schierati a favore della drag queen e del suo messaggio di tolleranza:

 

 

E non sono mancate neanche le critiche alle affermazioni di Emma Marrone, che aveva accusato la Wurst di aver guadagnato visibilità soltanto grazie al suo essere «un personaggio»  non in virtù del suo talento canoro:

 


(Photocredit: LaPresse)

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