Lasciò morire il figlioletto in auto: la perizia lo “scagiona”

I periti di accusa e difesa sono concordi, Andrea Albanese fu vittima di un’amnesia e pertanto non ci fu volontà, colpa o responsabilità nel lasciare il figlio Luca a bordo dell’auto parcheggiata.

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INCAPACE D’INTENDERE E VOLERE – «Al momento del fatto Andrea Albanese era completamente incapace d’intendere e di volere per il verificarsi di una transitoria amnesia dissociativa». Questa la conclusione della perizia del dottor Corrado Cappa, psichiatra nominato dal giudice per le indagini preliminari di Piacenza Giuseppe Bersani nel procedimento per la morte del piccolo Luca Albanese. Alla medesima conclusione era giunto il suo collega Giovanni Smerieri, consulente della difesa di Albanese. Ieri Cappa (consulente tecnico d’ufficio) ha presentato la sua perizia nel corso dell’incidente probatorio chiesto e ottenuto dall’avvocato Paolo Fiori, legale del padre del piccolo Luca.

LA TRAGEDIA – Andrea Albanese, 40 anni, il 4 giugno 2013 dimenticò nell’abitacolo della sua auto il figlio di due anni, trovato senza vita da lui stesso dopo circa nove ore ancora legato al seggiolino della Citroen parcheggiata davanti all’ingresso dell’azienda presso cui lavora, alla periferia di Piacenza. Per entrambi gli psichiatri quella tragica mattina fu colpito da una sindrome transitoria che consiste nell’incapacità di ricordare eventi e avvenimenti autobiografici circoscritti ad un’area o persona della propria vita. Il giudice ha disposto la trasmissione degli atti al pubblico ministero Antonio Colonna che ha seguito le indagini sulla vicenda. A lui spetterà una nuova valutazione dei fatti alla luce delle due perizie coincidenti sulle temporanee condizioni del padre quel giorno. Una strada che si può ipotizzare è quella della richiesta di archiviazione in quanto Andrea Albanese per i due psichiatri non è imputabile per quanto accaduto.

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LE REAZIONI – La tragedia aveva suscitato molto clamore e a parte quei pochi che avevano puntato il dito contro il poveretto,  i più si erano interrogati su come evitare simili tragedie in futuro. Su Facebook una campagna  «Mai più morti come Luca» ha raccolto migliaia di consensi e proposte in tutta Italia con il fine di dotare le auto di un dispositivo acustico che segnali all’occorrenza la presenza del bimbo a bordo, sul seggiolino. I genitori di due bimbi vittime di una tragedia analoga a quella che ha portato via il piccolo piacentino incontrarono l’allora sottosegretario ai Trasporti Rocco Girlanda, in passato, si era fatto latore di una proposta di legge in proposito, incoraggiandolo nella sua battaglia.

LA FAMIGLIA – Nei giorni scorsi Andrea Albanese e la moglie Paola (rimasta sempre al suo fianco) hanno donato un defibrillatore alla città ad uso, in particolare, di chi frequenta i giardini pubblici di via Ottolenghi, a Piacenza: «Lo dedichiamo a Luca. Con soldi nostri e con i fondi raccolti durante la messa, abbiamo pensato fin da subito di fare qualcosa per ricordare Luca decidendo di dare in beneficenza la somma raccolta. Una scelta dettata dall’amore: averlo collocato in questo giardino di via Ottolenghi, dove portavamo Luca, ci aiuta ad essere più vicini a lui, tanto più che è molto frequentato da genitori con i loro bambini».

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