L’hacker nucleare alla sbarra

Nicholas Paul Knight e i suoi giovani complici saranno processati e dovranno rispondere di accuse molto pesanti, all’altezza degli obiettivi che si erano scelti.

U.S.S. Harry S. Truman

IL CAPO – Nicholas Paul Knight faceva l’amministratore di sistema sulla portaerei nucleare U.S.S. Harry S. Truman, proprio nel dipartimento dedicato al reattore nucleare. Per questo gli piaceva definirsi un «black hat nucleare», anche se poi a ben vedere la sua pericolosità, e quella del gruppo raccolto attorno a lui, era molto relativa.

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GLI ATTACCHI INFORMATICI – Le loro azioni durarono qualche mese durante il 2012 e si risolsero nel penetrare i sistemi di diverse istituzioni pubbliche, dall’U.S. District Court for the Northern District of Oklahoma, all’U.S. National Geospatial Intelligence Agency fino a quelli del Department of Homeland Security. Non è stato difficile per il Naval Criminal Investigative Service (NCIS) trovare e seguire a ritroso le loro tracce, avevano anche un account Twitter, @TeamDigi7al, che è rimasto congelato al tempo degli arresti.

UNA BANDA DI RAGAZZINI – Ad animarli secondo le accuse era un misto di «noia e ricerca del brivido», a parte Knight gli altri componenti del gruppo erano tutti studenti e per lo più minorenni, tanto che tra gli obiettivi «bucati» c’è anche il sito di un musicista. Accusati anche dell’intrusione nella posta dell’ambasciatore in Bolivia, i componenti del gruppo rischiano pene pesanti, anche se in tutta evidenza più che di un’associazione criminale si tratta di un gruppo di aspiranti smanettoni riuniti attorno a un meno giovane professionista che si trovava bene nel ruplo di loro leader e mentore, ma niente di particolarmente pericoloso o animato da intenzioni criminali.

 

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