La verità sui bonus Irpef in busta paga

Per risolvere il nodo delle coperture necessarie al finanziamento del promesso bonus fiscale il governo Renzi sarà costretto a tagliare anche su sanità e dipendenti statali. Nonostante l’ottimismo più volte espresso dal presidente del Consiglio e dal sottosegretario Graziano Delrio, in attesa dell’approvazione di oggi del decreto in Consiglio dei ministri, per l’esecutivo non è stato semplice reperire i fondi per la «quattordicesima da 80 euro» (massimo, ndr) da tempo assicurata agli italiani. Se arriveranno dal sistema sanitario 2,5 miliardi di euro – per un intervento che ne costa circa 7 in totale, per una platea di circa 15 milioni di italiani, incapienti inclusi – , il resto delle risorse arriverà invece da risparmi nel settore della difesa, negli acquisti in beni e servizi, dalla riduzione degli stipendi dei manager, dai tagli lineari alle spa pubbliche e sulle spese dei ministeri. Oltre che dalle maggiori entrate che derivano dallo sblocco dei pagamenti dei debiti contratti dalle pubbliche amministrazioni e dall’aumento della tassazione sulle plusvalenze generate dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia (l’aliquota dovrebbe passare dal 12 al 26%). Ma non solo: come ha spiegato il Fatto Quotidiano, c’è anche il rischio del ritorno (parziale) dell’Imu sui fabbricati rurali. Una misura che potrebbe scatenare le rimostranze degli alfaniani di Ncd. Potrebbero essere previsti anche interventi sulle accise.

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BONUS IRPEF: LE IPOTESI – Nonostante circolino già delle bozze del decreto, il lavoro di scrittura proseguirà fino a poco prima del Consiglio dei ministri. Sul Corriere della Sera si spiega come, in base alle ipotesi, il bonus potrebbe variare dai 35 ai 77 euro al massimo al mese per il 2014.

«È un bonus quello che sarà riconosciuto ai lavoratori dipendenti e collaboratori per ridurre l’Irpef: il datore di lavoro preleverà l’importo per il lavoratore dalle trattenute che deve versare. Per gli «incapienti » (redditi fino a 8 mila euro lordi) sarà pari al 3,5% del reddito, potendo arrivare fino a un massimo di 35 euro mensili, da maggio a dicembre. Il meccanismo del 3,5% del reddito vale fino a 17.714 euro. Poi lo sconto si attesta a 620 euro tra i 17.714 euro e i 24.500 euro: 77,5 euro mensili. Quindi scende progressivamente fino a ridursi a zero sulla soglia dei 28 mila euro. Quanto all’Irap, l’aliquota scenderà dal 3,9% al 3,5% a regime, cioè nel 2015. Per quest’anno al 3,75%. Per le banche scenderà dal 4,65 al 4,20%, per le assicurazioni dal 5,90 al 5,30%»

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Le ipotesi sul bonus – Photocredit: Corriere della Sera

Secondo Repubblica, invece, il bonus promesso da Renzi toccherà la quota di 80 euro per la fascia più ampia, quella compresa tra i 18mila e i 24.500 euro lordi l’anno (per 620 euri per otto mesi) nel 2014. Gli «incapienti» – che guadagnano fino a 8mila euro lordi al mese e non pagano le tasse – dovranno accontentarsi di un bonus dai 22 ai 35 euro al mese netti in più busta paga. Per il quotidiano diretto da Ezio Mauro, la platea «si allarga, dal tetto dei 25 mila euro previsti inizialmente, fino a coloro che guadagnano 28 mila euro lordi annui (44 euro per chi guadagna 26 mila euro lordi)». Questa l’infografica con le ipotesi per i bonus fiscali mostrata da Repubblica:

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Photocredit – La Repubblica

LE COPERTURE –  Mentre il meccanismo di elargizione del bonus verrà reso noto dopo il Consiglio dei ministri, restano però ancora i dubbi sulle coperture, con i tagli non semplici che il governo Renzi sarà costretto a portare avanti per finanziare la promessa «quattordicesima» e gli aumenti in busta paga da maggio. Tra i più critici Libero e il Fatto quotidiano: secondo i due giornali, il taglio alla Sanità rischia di aver pesanti ripercussioni sui servizi offerti ai cittadini. Senza considerare come in atto ci sia ancora uno scontro tra la volontà del premier e il ministero in questione, con i malumori della titolare Beatrice Lorenzin. A finire oggetto dei tagli renziani per il settore sanitario saranno farmaci e convenzioni, così come la spesa ospedaliera e l’acquisto di beni e servizi. Scatterà poi dal primo maggio anche il tetto per le retribuzioni dei dirigenti della pubblica amministrazione, con riduzioni per scaglioni anche per gli stipendi immediatamente inferiori . “Vittime” dei tagli anche magistrati, medici, alti gradi dell’esercito, docenti universitari. Il rischio, poi, è che le coperture siano bocciate dalla Commissione dell’Unione Europea, così come hanno chiarito i tecnici del Tesoro.

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