I vigili urbani di Padova pestano un nigeriano e finiscono nei guai

Un nigeriano di 49 anni, da 20 in Italia, viene fermato dai controllori sull’autobus che gli contestano un’irregolarità del biglietto e che, invece di fargli al multa, lo consegnano ai vigili urbani, che lo ammanettano e lo picchiano selvaggiamente.

UN ALTRO CASO BONSU? – Questa è la storia che denunciano diverse associazioni padovane che si sono schierate a difesa di Prensley, questo il cognome di un nigeriano di 49 anni, sposato con un figlio di pochi mesi, che da sei anni lavora come stuart a chiamata durante gli eventi che si svolgono nella fiera cittadina. Un caso che ricorda quello del pestaggio di Emanuel Bonsu a Parma, che è costato agli aggressori condanne da due anni e dieci mesi, fino a quasi sei anni.

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UN PESTAGGIO RAZZISTA? – La vicenda così come ricostruita da Meltingpot.org:

Mercoledì pomeriggio usciva di casa per fare la spesa. Saliva su un autobus extraurbano per poi scendere ed incrociare il numero 22, linea urbana, che doveva portarlo al supermercato. Doveva, perché una volta salito sull’autobus ha timbrato nuovamente il biglietto e l’autista, dopo aver chiesto l’esibizione del titolo di viaggio, ha contattato l’auto dei controllori che in pochi minuti si sono presentati ad una fermata successiva per salire a bordo. Secondo i controllori il biglietto sarebbe stato irregolare, ma invece di procedere con l’emissione della multa, hanno preferito informare Prensley che sarebbe stato accompagnato in Questura.
Sono le quattro del pomeriggio. Lui,in possesso del permesso di lungo perido non ha nulla da nascondere. Incensurato, regolarmente soggiornante, pensa ad un enorme equivoco. Ma quando all’altezza dell’incrocio che divide in due Corso Vittorio Emanuele II i controllori di viaggio si accorgono della presenza di una pattuglia della Polizia Municipale, chiedono all’autista di fermare la corsa.
Scendono e con loro scende anche Presley che immediatamente viene circondato dai tre controllori e dai due agenti. Continua a chiedere che gli venga notificata la multa ed invece si ritrova schiacciato addosso al muro con le manette strette ai polsi.
Ma è quello che accade dopo ad essere vegognosamente grave: perché un agente della Polizia Municipale inizia a colpirgli ripetutamente il volto. Sette otto, dieci pugni sferrati contro l’occhio e la bocca di Presley prima di scaraventarlo a terra, mentre lo stesso Vigile non smetteva di rivolgergli frasi che la dicono lunga sui pensieri che passavano per la mente all’agente: “torna al tuo paese, non devi venire qui a rompere, torna a casa tua”. Eppure la casa di Presley da vent’anni è l’Italia dove ha costruito famiglia e futuro.

 IL TENTATIVO DI NASCONDERE I FATTI – Ma non basta, perché la successiva gestione dell’incidente non è meno inquietante:

Arriva l’ambulanza ed i Vigili chiedono semplicemente al personale del Pronto Soccorso di medicare e pulire il viso del ferito. Il personale medico si rifiuta e impone che Presley venga immediatamente trasportato in ospedale, che raggiunge accompagnato da tre agenti, diversi dai protagonisti dell’episodio. I medici sono costretti a visitarlo in presenza degli agenti. Quando all’una di notte il medico chiede di lasciarlo in osservazione i Vigli chiedono le sue dimissioni per poterlo portare in Questura. Il Medico cede chiedendo agli agenti di riportarlo in ospedale una volta finiti gli accertamenti. Una storia grottesca.

Pestato e denunciato:

Presley raggiunge la Questura e dopo circa un’ora gli viene chiesto di firmare un verbale che muove contro di lui pesantissime accuse, redatto da tre Vigili che neppure erano presenti all’episodio. In tasca ora ha un foglio con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamenti (?) e mancata esibizione dei documenti.

Il giorno seguente Presley si reca dai Carabinieri per sporgere immediatamente denuncia e poi si rivolge all’Associazione per i Diritti dei Lavoratori (ADL Cobas) che, insieme all’Ass. Razzismo Stop, lo sosterrà nella ricostruzione dei fatti e nella denuncia delle violenze subite.

ORA SI DICONO AGGREDITI – I  vigili urbani,che non avevano fatto alcuna menzione d’essere stati aggrediti nel loro rapporto, ora sostengono di essere stati aggrediti da Presley, che però è un omone di quasi due metri che si occupa di sicurezza a che difficilmente potrebbe aver aggredito qualcuno e finire pestato in quel modo senza che strappare neppure un bottone alla divisa dei vigili, il che rende abbastanza inverosimile la difesa dei vigili urbani, che ora dovranno vedersela con la denuncia di Prensley e con la magistratura.

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