Perchè in Europa vince la destra estrema?

09/04/2014 di Andrea Mollica

Le ultime elezioni in Europa sono state caratterizzate dal boom delle forze di destra populista e radicale. Il Front National  ha raggiunto il suo miglior risultato di sempre alle comunali francesi. In Ungheria i neonazisti di Jobbik hanno superato il 20%, un dato impressionante ed un vero e proprio record per una forza di destra estrema. Il Vecchio Continente sta virando a destra?

Geert Wilders, Marine le Pen

EUROPA A DESTRA ESTREMA – Il tabloid tedesco Bild Zeitung si interroga sulla deriva di destra radicale che sta interessando l’Europa. Bild, foglio di orientamento conservatore, rimarca con allarme come in questo momento la destra estrema stia accumulando record su record. Il risultato più significativo sarà probabilmente raggiunto alle prossime europee, ma già ora alcuni dati sono impressionanti. Il primo, il più importante e preoccupante per la Germania, è la rinascita di movimenti neonazisti con un ampio seguito. Benché leggermente trascurato sui media europei, mai nessun partito di destra radicale, noto per posizioni razziste ed antisemite, aveva superato nella storia recente il 20% come hanno fatto gli ungheresi di Jobbik. La formazione è sì arrivata terza alle ultime elezioni di domenica scorsa, e non influirà sul governo del controverso nazionalista Viktor Orban, ma il fatto che abbia conquistato più di un quinto dell’elettorato complessivo rimane tanto impressionante quanto inquietante. Solo pochi mesi fa un ex dirigente di spicco aveva lasciato Jobbik dopo che aveva scoperto le sue radici ebraiche, ed aveva denunciato il profondo antisemitismo dell’organizzazione.

LA DESTRA IN EUROPA – Il successo di Jobbik non è però isolato. Bild traccia un parallelismo tra il boom dell’estrema destra ungherese e il successo del Front National alle ultime comunali francesi. La formazione di Marine Le Pen ha provato a distanziarsi dal suo passato controverso, ma il tabloid tedesco la incasella ancora nella destra radicale. Il Front National ha posizioni articolate, e la sua leader sta cercando di farlo evolvere in un partito no euro e populista che si distanzi dalle antiche posizioni razziste oppure antisemite, che avevano scatenato numerose polemiche in Francia nei decenni scorsi. Il Front National è in questo momento la formazione di destra più significativa in Euopa. Alle presidenziali Marine Le Pen è arrivata al 18%, ed alle europee il suo movimento potrebbe superare il 20%, ottenendo anche la prima posizione. Un successo che sarebbe raggiunto in Francia, il secondo paese dell’UE per popolazione, e la seconda economia dell’eurozona, dietro la Germana. Il Front National e Jobbik sono solo due delle formazioni di destra populista o radicale che stanno incasellando successi in questo momento.

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LA DESTRA NO EURO – Per liberarsi dall’immagine estremista del passato, e per rafforzare il suo messaggio di disgregazione dell’UE Marine Le Pen ha promosso un’alleanza con le forze populiste che combattono l’euro. La più rilevante è probabilmente il Partito della Libertà di Geert Wilders, che in questi anni si è distinta per le posizioni anti Islam, contro l’immigrazione e che ora scommette sul’addio dei Paesi Bassi alla moneta comune e all’UE. Su simili posizioni sono i liberali austriaci della FPÖ, mentre i compari di avventura dell’Alleanza europea per la Libertà di Vlaams Belang aggiungono il secessionismo delle Fiandre al Belgio alla solita ostilità contro l’euro e gli immigrati. Bild inserisce nell’elenco delle forze di destra anche lo Ukip, il partito di Nigel Farage che vuole l’indipendenza della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Farage utilizza toni populisti, ma si è sempre dissociato dalle ombre razziste che aleggiano sugli altri partiti no euro. Simile presa di distanza dall’estremismo di Le Pen e Wilders è arrivato dai popolari danesi e dai Finlandesi, due partiti conservatori esplosi grazie alle loro posizioni anti immigrazione.

LA DESTRA E LE PAURE DELL’EUROPA – Tra le forze di destra populista è citata anche la Lega Nord, che in questo momento si sta risollevando nei sondaggi grazie alla svolta no euro impressa dal nuovo segretario Matteo Salvini. La radicalizzazione del profilo populista del Carroccio sembra pagare, una tendenza che riflette il vero e proprio boom vissuto dalle formazioni di destra in vista delle elezioni europee. Anche i no euro tedeschi di Alternativa per la Germania, partito dove le spinte estremiste sono presenti benché non maggioritarie, vivono il miglior momento demoscopico dalla loro fondazione. I politologi interrogati da Bild ritengono che il boom dei populisti sia motivato dalla crescente paura dei cittadini europei. La crisi, l’immigrazione, la perdita del lavoro, il futuro sempre più incerto per i figli creano un mix di timori miscela perfetta per chi soffia su questi sentimenti. Secondo questi esperti i populisti possono contare sul relativo vantaggio di non doversi assumere responsabilità di governo. In caso di risultato molto negativo di Pse e Ppe alle europee, questi partiti avranno comunque, insieme ai liberali, la responsabilità di comporre la Commissione e così guidare l’Europa insieme ai governi del Consiglio, dove le forze populiste di destra non sono rappresentate. Il Vecchio Continente scivola a destra, ma per ora il governo della destra radicale è ancora una minaccia lontana in tutti i paesi o quasi. 

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