L’arrivo della droga del cannibale in Italia

Nella puntata di Lucignolo andata in onda ieri sera su Italia 1 è stato tramesso un servizio sui sali da bagno o “droga del cannibale”, un mix di tre molecole che fa perdere i freni inibitori fino a far diventare aggressivo chi lo assume. Un ragazzo racconta che anche in Italia è possibile trovare i sali da bagno «nei giri», mentre secondo un altro il «giro» in cui si può trovare questa sostanza è «più losco, devi conoscere la persona giusta». In particolare questi sali da bagno di trovano nella comunità filippina.

lucignolo sali da bagno cannibale 5

I CASI – Freddy, un ragazzo americano, ha  fatto uso di questa droga per mesi e racconta che la sua vita era diventata un inferno e stava per morire. I sali da bagno sono chiamati anche droga del cannibale dopo che Rudy Eugene è stato trovato nudo sul cavalcavia di un’autostrada di Miami mentre stava strappando a morsi la faccia di un uomo. Nel luglio del 2012 a Genova un cittadino russo ha aggredito la compagna ucraina a morsi. La ragazza è scappata ed è andata dalla polizia. Il compagno aveva assunto droga. Nei vicoli della città è possibile trovare lo shaboo, una droga molto simile ai sali da bagno che circola soprattutto nella comunità filippina.

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LE TESTIMONIANZE – Uno uomo del pronto soccorso racconta di aver visto una serie di casi anomali di persone ricoverate per droga. Si ricorda di una ragazza che aveva la mascella serratissima e che una volta che sono riusciti ad aprirle la bocca questa ha tentato di morderli. Angelo Botticini, responsabile della comunità “Exodus” di Garlasco, racconta che al giorno d’oggi le persone assumono qualsiasi cosa che possa dare dello sballo e che in comunità hanno tolto i deodoranti spray “perché abbiamo scoperto che li sniffavano”. Uno dei ragazzi della ospiti della struttura racconta che quando si faceva era arrivato a smontare il parquet di camera sua perché «ero convinto che sotto c’erano le cimici», mentre un altro ha detto che se qualcuno gli dava fastidio gli spaccava un bottiglia in testa o gli dava una coltellata. C’è anche chi ha picchiato sua madre perché era convinto che «collaborasse con i carabinieri, con la polizia», anche se la testimonianza più agghiacciante è quella di un altro ragazzo ospite  della comunità di recupero, il quale racconta che quando faceva uso di droga usciva di notte con il fucile carico «Se trovavo qualcuno gli sparavo, ero uscito apposta col fucile»

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