Matteo Renzi goes to Europe

14/03/2014 di Redazione

Per il portavoce della Cancelliera tedesca Angela Merkel, rispondendo ad una domanda sulle misure economiche annunciate dal premieri Matteo Renzi ha dichiarato: ««Il governo tedesco è consapevole dell’ambizioso progetto di riforme del governo di Matteo Renzi. Certamente lo illustrerà alla cancelliera e ne parleranno. Ma non voglio anticipare i contenuti di quel che diranno subito dopo». Il portavoce ha ricordato inoltre che Italia e Germania lavorano insieme «molto strettamente e da molto tempo» e che l’incontro di lunedì tra la Merkel e Renzi rafforzerà questa collaborazione.

Conferenza internazionale "What Europe stands for"

IL MINI-TOUR EUROPEO – Nella giornata di domani invece Renzi incontrerà il presidente francese Francois Hollande. Il mini tour internazionale ha l’obiettivo di ottenere la benedizione dei due maggiori leader dell’eurozona alle misure che il governo italiano ha intenzione di varare nei prossimi mesi. Nocciolo cruciale della questione sono le coperture finanziarie delle varie riforme e la possibilità che l’Ialia chiuda il 2014 con un deficit superiore al 2,6% previsto, ma comunque inferiore al limite del 3% stabilito dalle regole europee. Lo stesso Renzi ha confermato che «il Governo italiano rispetterà tutti gli impegni che ha con l’Europa», ma ha anche aggiunto che «il più grande impegno è cambiare per far tornare l’Europa vicina ai cittadini». Oltre al forte impegno sulle riforme istituzionali, il piatto principale da portare a Berlino dalla Merkel il 17 marzo e a Bruxelles tre giorni dopo sarà il Jobs Act accompagnato da due miliardi per la scuola e da un primo pacchetto economico con il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le aziende con l’aiuto della Cdp.

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I SEGNALI DI NERVOSISMO DELL’EUROPA – Domani quindi per Renzi si apre uan settimana cruciale che si chiuderà con il Consiglio europeo il 20 e il 21 marzo. Questa mattina, proprio in vista di questo appuntamento, Renzi è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano assieme al degli Affari Esteri, Federica Mogherini, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, il ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, Gianluca Galletti, e i sottosegretari di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio e Sandro Gozi. Nel frattempo dall’Europa sono arrivatI i primi segnali di nervosismo, con la Commisione europea che accoglie positivamente l’intenzione di ridurre il cuneo fiscale tramite risorse ottenute dalla spending review, come ha sottolineato ieri Simon O’Connor, portavoce del commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn, ricordando anche «L’impegno dell’Italia a rispettare il Patto di Stabilità e di Crescita» in considerazione «dell’elevato debito pubblico italiano». La settimana scorsa Matteo Renzi aveva dichiarato che era ora di smetterla con il «costante ritornello italiano per cui si dipinge l’Europa come il luogo dove veniamo a prendere i compiti da fare a casa. L’Italia sa perfettamente cosa deve fare e lo farà da sola per il futuro dei nostri figli».

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