Cosa succederà a Michael Schumacher dopo l’uscita dal coma

Michael Schumacher, la leggenda della Formula 1, si trova ormai in coma da 72 giorni e nessuno sa veramente quale sia il futuro che gli si prospetti, nemmeno l’equipe medica che lo sta seguendo. Mark Mäder, che da decenni è a capo di una clinica di riabilitazione di  Basilea ed è specializzato in lesioni cerebrali e pazienti in coma, sostiene che i giornalisti stiano tentando di tracciare un quadro clinico basandosi su pochi fatti, riporta Blick.

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LE TRE OPZIONI – É chiaro che Michael Schumacher abbia sofferto di un grave trauma cranico. Gli ematomi hanno impedito il normale flusso di ossigeno nel cervello e le cellule cerebrali si sono danneggiate, mentre altre sono andate distrutte. Per evitare danni ulteriori al cervello e salvare la vita di Schumacher, i medici sono ricorsi al coma artificiale. Le attrazzature fanno in modo che il campione di Formula 1 respiri e venga nutrito. Più di cinque settimane fa i medici hanno inizato a diminuire gradualmente l’anestetico per farlo risvegliare. Ora, per Schumacher vi sono tre possibili alternative: può morire, risvegliarsi, oppure rimanere in stato vegetativo, il che vuol dire che sarebe incosciente, ma in grado di respirare autonomamente.

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BASSA POSSIBILITÀ DI RECUPERO –  Secondo Mäder, il fatto che Schumacher stia impiegando così tanto tempo a risvegliarsi non fa presagire nulla di buono «Le possibilità di recupero per Schumacher sono sempre più basse», ha detto Mäder, il quale ha aggiunto che «Maggiore è il tempo durante il quale una persona rimane in coma, minori sono le possibilità che il suo cervello riesca a recuperare». Inoltre, secondo l’esperto, è evidente che isuccederàl cervello di Schumacher abbia ancora bisogno di riposare e non esistono farmaci che accellerino questo processo. Schumacher ha avuto un’infezione polmonare e i batteri non possono venire trattati visto che il corpo diventa resistente agli antibiotici. Gli infermieri nel frattempo cercano di limitare al massimo la perdita della massa muscolare, ciò nonostante il pilota tedesco ha già perso 20 dei suoi 75 chili di peso. Nonostante il quadro cllinico non sia dei migliori, per Mäder è ancora presto per gridare alla sconfitta: «Come prima cosa deve sopravvivere, solo allora ci si potranno porre le domande più difficili: Può una vita con gravi disabilità essere una bella vita?». La risposta a questo interrogativo è strettamente personale

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