Il virus congelato per 30mila anni che ritorna a vivere

Un antico virus è tornato in vita dopo essere rimasto per oltre 30mila anni sotto il suolo ghiacciato della Siberia. È l’incredibile scoperta di un team di scienziati francesi del Centro nazionale di ricerca scientifica dell’Università della Provenza di Aix Marseille. Il virus congelato scovato dai ricercatori all’interno del permafrost siberiano a circa 30 metri di profondità e tornato ad essere infettivo, battezzato Phitovirus sibericum, appartiene ad una famiglia di virus giganti scoperti circa 10 anni fa e, rassicurano gli esperti, non è in grado di attaccare animali ed essere umani, ma può, invece, aggredire amebe.

 

virus congelato 30mila anni siberia 1

 

LA SCOPERTA – Lo studio che espone la scoperta, condotto dai professori Jean Michel Claverie e dalla dottoressa Chantal Abergel,  è stato pubblicato  sulla rivista scientifica ufficiale della United States Accademy of Science (Proceedings of the National Academy of Sciences). Gli scienziati  precisano che si tratta della prima volta che emerge un virus infettivo dopo un periodo di tempo così ampio e che altri organismi potrebbero essere ‘bloccati’ nel permafrost siberiano, un suolo che, tra l’altro, dal 1970 in poi a causa del cambiamento climatico si è sensibilmente ridotto di spessore.

GLI SCENARI – Il rischio, ha spiegato il professor Claverie alla Bbc, è che potrebbero sopravvivere virus pericolosi per l’uomo, come il vaiolo, che crediamo oggi completamente sradicati dal pianeta. Tuttavia, precisano ancora gli scienziati, non è ancora chiaro se tutti i virus e quali virus sono in grado di diventare infettivi dopo essere stati congelati per migliaia o addirittura milioni di anni. «Questa è una domanda da sei milioni di dollari», ha dichiarato il professor Jonathan Ball, virologo presso l’Università di Nottingham, commentando la ricerca odierna. «Trovare un virus ancora in grado di infettare dopo tanto tempo è stupefacente – ha spiegato Ball -. Dubito che siano tutti robusti come questo».

(Fonte foto: Bbc. Credit: Centre national de la recherche scientifique)

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