Le detenute costrette a fare sesso in cambio di favori

Un rapporto della britannica Howard League for Penal Reform ha sottolineato l’aumento di casi nei quali le detenute sono costrette a fornire prestazioni sessuali allo staff in cambio di sigarette, alcool o altri favori.

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L’INCHIESTA – La commissione incaricata del rapporto è composta di accademici, ex direttori delle carceri ed esperti sanitari, il rapporto è il primo mirato alla ricognizione delle pratiche sessuali all’interno del carcere. Una porzione significativa della popolazione carceraria britannica ha rapporti sessuali dietro le sbarre, ma è difficile afferrare la dimensione del fenomeno, se non attraverso l’aneddotica e qualche raro sondaggio.

LA RISERVATEZZA – Si tratta di pratiche che ovviamente si consumano in un’atmosfera di discreta e comprensibile riservatezza sia quando coinvolgono il personale carcerario che quando vedono protagonisti solo i detenuti e c’è poco o nessun interesse a raccontarle al mondo esterno, nelle prigioni maschili ancora di più che in quelle femminili. Il rapporto evidenzia comunque che le donne in carcere sono più esposte all’abuso degli uomini e che più spesso sono abbandonate dal compagno o dalla famiglia, l’80% dei visitatori in carcere è donna, vale per gli uomini come per le donne, un dato che da solo mostra la dimensione del problema.

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I DEBOLI SOCCOMBONO – L’isolamento indebolisce la detenute e l’espone ancora di più all’abuso, o alla ricerca di un appoggio all’interno dell’unico mondo che è concesso loro frequentare, per non parlare delle molte prigioniere che già in precedenza hanno subito abusi o hanno problemi mentali. E in carcere l’abuso può arrivare dalle guardie come dai compagni di detenzione che approfittano della loro maggiore forza per sottomettere i più deboli. Ma ci sono anche le relazioni consensuali, perché la promiscuità forzata costringe le persone a stare vicine a raccontarsi le proprie vite e le proprie aspirazioni e i sentimenti fioriscono anche tra le mura delle galere.

UNIVERSO CARCERE – Quello che preoccupa gli estensori del rapporto è ovviamente la condizione di vulnerabilità di quante e quanti poi finiscono per subiti abusi o prostituirsi per le sigarette, ma nelle conclusioni si riconosce che c’è poco da fare al di là dell’insistere sulla preparazione del personale carcerario. Anche in Gran Bretagna le regole del mondo esterno faticano a penetrare dietro le porte dell’universo carcerario.

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