Samuele Caruso, condannato all’ergastolo l’assassino di Carmela Petrucci

Samuele Caruso, il ventitreenne assassino della diciassettenne Carmela Petrucci, è stato condannato all’ergastolo dal gup Daniela Cardamone. Il ragazzo paga così l’omicidio della diciassettenne uccisa a coltellate nell’androne di casa sua in via Uditore a Palermo il 19 ottobre 2012. Caruso è stato condannato anche per il tentato omicidio della sorella della vittima, Lucia, sua ex fidanzata, ferita nell’aggressione.

La vittima, Carmela Petrucci
La vittima, Carmela Petrucci

LA MORTE DI CARMELA PETRUCCI – Si conclude così una storia che un anno e mezzo fa fece discutere l’Italia intera. L’aggressione avvenne in pochi secondi, con Caruso, all’epoca 23enne, che dopo essere stato fermato alla stazione di Bagheria, mentre era in procinto di andare via ammise di aver perso la testa. Lui era l’ex fidanzato di Lucia Petrucci, sorella della vittima, che decise di troncare quella relazione sentimentale. Da quel momento Caruso ha perseguitato la ragazza nel tentativo di convincerla a tornare insieme. Quel giorno lui arrivò davanti a casa sua con un coltello. Carmela è intervenuta per difendere la sorella ma è stata uccisa per questo suo gesto. L’uomo ha poi accoltellato la sorella ed ex fidanzata per poi fuggire via.

 

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COLPA DELLA GELOSIA – Dai primi interrogatori è emerso un uomo che non ha versato una lacrima rievocando con lo sguardo fisso l’orrore di quei momenti: «Io volevo parlare con Lucia, volevo sapere se mi aveva tradito, con chi, e invece Carmela s’è messa in mezzo…cercavo di allontanare Carmela, ma lei tornava frame e sua sorella e i colpi finivano su di lei… Non c’entrava niente Carmela. Io ero uscito da casa con il coltello perché era mia intenzione uccidere Lucia se avesse ammesso il tradimento, ma non avevo niente contro la sorella…Un amico mi aveva fatto vedere la foto di Lucia che si baciava con un suo ex. Su Facebook avevo visto che con quel ragazzo erano tornati “amici”. E io, impazzito dalla gelosia…».

LE SCUSE E L’INCAPACITÀ DI VOLERE – Una volta ammesso il movente della gelosia, il ragazzo inviò una lettera di scuse alla famiglia Petrucci per esprimere il suo cordoglio per la morte di Carmela. I genitori però respinsero quella lettera definendola costruita ed una specie di tentativo per alleggerire la sua posizione, visto che spiegava che la morte di Carmela è avvenuta per via di un raptus. Il 28 novembre 2013 si parlò poi della possibilità che Caruso non venisse condannato all’ergastolo perché, secondo la perizia degli esperti nominati dal giudice, l’uomo era «capace di intendere, ma non di volere». Secondo lo psichiatra Alfonso Accursio e la psicologa Giovanna Manna, quindi, la perizia espresse

il vizio parziale di mente, la mancanza di pericolosità sociale la perizia esprime il vizio parziale dimente, lamancanza di un’aggravante fondamentale e la pericolosità sociale, sinonimi di sconti consistenti e di possibile condanna a scontare una parte della pena in ospedale psichiatrico. Circostanze che, unite al rito abbreviato scelto dall’imputato, potrebbero portare a una pena sotto i vent’anni. O meno.

Oggi è arrivata invece la condanna all’ergastolo, pena richiesta dal Pm Carmela Malagoli.

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